Sono stati i portieri a prendersi la scena nel derby della Mole.
Di Gregorio si è messo in mostra per la parata su Adams e per i complimenti al collega, Paleari, che “avevo incontrato in Serie B e ho sempre pensato che fosse forte, merita i complimenti”.
Sull’estremo difensore del Torino si sono espressi anche Lazaro, spiegando che “all’interno dello spogliatoio si è sempre fatto sentire come un capitano” e mister Baroni, che ha chiarito come “non mi piace dare indicazioni su gerarchie nella rosa”.
Paleari è un simbolo di meritocrazia che il calcio, ogni tanto, riesce ancora a offrire: la scalata dalla C passando per la B è stata lunga e per niente scontata, fino alla chiamata del Toro che gli ha dato piena fiducia.
Per la Juve non è stato un passo indietro. La mancanza di qualità nel risolvere partite contro squadre che si chiudono e tengono il baricentro basso è cosa nota: la verità è che Baroni e il Toro l’avevano preparato bene e l’hanno interpretata in maniera quasi del tutto impeccabile, mentre la Juve non è riuscita a trovare le contromisure in corsa.
Spalletti ha detto che in queste circostanze serve “qualche giocata illogica”: forse ambizioso in una serata in cui non si è visto il miglior Yildiz, che – ha spiegato il neo allenatore bianconero – “può darsi che sia un po’ stanco, ma io lo faccio giocare sempre”.
Spalletti si è soffermato sull’esigenza di innalzare il livello qualitativo del gioco. Il tecnico ha sottolineato che, in partite caratterizzate da forte densità difensiva avversaria, “la velocità della palla nei passaggi normali può fare la differenza: una palla giocata avanti due metri e non dietro ti va a stanare un avversario”.
Questo significa che, per Spalletti, non basta attaccare con volume: serve precisione, movimento rapido e letale, affinché l’azione offensiva possa sfociare in gol. Ed è proprio su questo che la Juventus appare ancora indietro.
La pausa per le nazionali servirà a lavorare con chi resterà a disposizione, per avvicinarsi a quell’identità di gioco che il tecnico vuole imprimere alla squadra. La cura Spalletti ha funzionato, il difficile però arriva adesso: con una maggiore freschezza mentale la squadra può esprimersi meglio e con maggiore efficacia sul lungo periodo, per questo è necessario rimandare i giudizi alla ripresa nel filotto di gare che tornerà utile per chiarire il percorso in Champions League ed eventuale rientro nella corsa per lo scudetto.
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