Quando sei arrivato al punto di giocarti per la terza volta l’accesso ai Mondiali ai play-off, la cosa peggiore che tu possa fare è perdere pensieri, tempo, energie e concentrazione in quanto siano ingiuste le circostanze attorno a te.
No, non sono ingiuste: l’Italia va ai play-off perché non ha meritato di qualificarsi direttamente, e non lo ha fatto pur avendo avuto la fortuna di un girone ridicolo.
Sì, ridicolo. Perché se siamo tutti d’accordo che il paio di prestazioni con Spalletti siano state infime, e che le altre con Gattuso stiano a tratti tentando di ricostruire credibilità ma con molti dubbi.
E allora la dimostrazione plastica che si trattasse di un girone infimo è data dal fatto che hai realizzato 6 vittorie consecutive su 7 partite. Assieme Israele, Estonia e Moldova fanno mezza squadra.
Un rivale serio c’era, e non siamo stati all’altezza. E gli altri gironi avevano comunque varie trasferte insidiose in un solo gruppo che invece a noi sono state risparmiate.
E quando hai solo un rivale da temere, allora sai che la partita più difficile sarà quella trasferta da lui. E noi al viaggio ad Oslo ci siamo approcciati con la stessa maniera raffazzonata e pressapochista con cui andammo a Stoccolma e con cui ricevemmo la Svizzera nel 2021.
La cosa grave è che a distanza di 5 mesi ancora non lo si è capito, se è vero che Buffon analizzando quella partita ha citato il fatto che fosse dovuta agli interisti in campo tramortiti da Monaco. Il che è un aspetto assolutamente vero, ma è solo un dettaglio e non la causa: perdemmo perché Spalletti non si rese conto, la squadra con lui, non capimmo minimamente la battaglia che ci aspettava. E adesso stiamo facendo lo stesso errore.
Mucho texto: spieghiamo, piagnucoliamo sul sistema di qualificazione e sulla sfortuna di incontrare la Norvegia, quando invece la colpa è nostra e così facendo se non la smettiamo contribuiremo al nostro disastro. Da quanto si sa che il sistema delle qualificazioni in Europa è sproporzionato rispetto al resto del mondo? Da 3 anni. E ne parliamo all’ultimo?! Non esiste.
Dovremmo concentrarci sulla poca inventiva che ci mettiamo, sulla combattività che ci manca, sul farci intimidire dalla voglia di lottare di qualsiasi altro nostro avversario.
A questo dobbiamo pensare. Perché anche nel 2017 e nel 2021 si partì con un castello di attenuanti e sicumera anche della stampa italiana, che poi dopo l’eliminazione diventò una resa dei conti, come se anche i giornalisti italiani non fossero stati complici di un clima inutilmente fiducioso.
Qua invece bisogna stare sul pezzo. Altro che protestare sul sistema di qualificazione.
E piantiamola con il ripetere: “Eh la Norvegia è fortissima”. Non è vero. La Norvegia gioca bene, ha un fuoriclasse e una batteria d’attacco che noi ci sogniamo, ma dal centrocampo in giù noi siamo più forti e di molto, ma finora solo sulla carta. Siamo noi che abbiamo reso la Norvegia ancora più forte. Non a caso quando furono sorteggiati i gruppi, nessuno tra gli addetti ai lavori segnalò il pericolo Norvegia – tranne il sottoscritto e pochissimi altri. Ma il pericolo era dato proprio dal valore unito alla nostra sottovalutazione, cosa che si è puntualmente verificata.
Adesso si ripete la storia, trattando la Norvegia come se fosse un destino sfortunato e ineluttabile, quando non si capisce che invece questo nostro atteggiamento eternamente autoassolutorio verso le nostre responsabilità è quello che ci ha mandato a casa contro la Svezia, contro la Svizzera/Macedonia, e ci manderebbe a casa anche stavolta se dovesse persistere.
Domenica dobbiamo assolutamente vincere per garantirci la testa di serie ai Mondiali qualora ci qualificassimo. E soprattutto dobbiamo trovare quella cattiveria per entrare in quella forma mentis in vista dei playoff.
E’ stato preso soprattutto per questo Gattuso. E sono sicuro sia armato delle migliori intenzioni. Ma se continuare a dedicare attenzione alle ingiustizie delle qualificazioni, trasmettendo questo messaggio di ingiustizia all’ambiente, se non si renderà invece conto dell’umiltà che ci necessita, sarà la cosa peggiore per tutti.
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