Palladino: "Ho sempre tifato Napoli
Conferenza stampa di presentazione di Raffaele Palladino, nuovo allenatore dell’Atalanta: il tecnico ha preso il posto di Ivan Juric esonerato dopo il ko contro il Sassuolo.
Nella sala conferenze della New Balance Arena di Bergamo la presentazione del nuovo allenatore dell’Atalanta, Raffaele Palladino: l’ex allenatore di Monza e Fiorentina si è legato al club nerazzurro con un contratto fino al 30 giugno 2027. Di seguito le prime parole.
Tatticamente? “Non sono un integralista, cerco di ottenere il massimo da ogni calciatore. Questa squadra è stata fatta per giocare 3-4-2-1, all’occorrenza si può fare anche con un trequartista e due attaccanti. Conosce bene questo sistema di gioco, sono soddisfatto dovremmo lavorare”.
Daniel Maldini? “Punto su tutti, ho a disposizione tanti calciatori validi. Credo in lui, in Lookman, in Sulemana. Non guardo in faccia a nessuno, poi sono le partite a darmi le risposte”.
Gasperini? “Il mio telefono è scoppiato, ma no non ho avuto l’opportunità di sentire il mister. Lui per me è stato un maestro e lo ringrazio sempre per quello che mi ha dato. Lui qui è stato unico in quello che ha fatto, ha lasciato un segno indelebile. Però adesso bisogna guardare avanti perché abbiamo tre competizioni da mandare avanti”.
Vicinanza club? “È fondamentale, qualcosa di unico. Un legame fondamentale. Sono felice, ringrazio la società per questo. Insieme siamo più forte”.
Quali squadre l’hanno colpita? “Sono andato molto in Inghilterra, ho visto Arsenal, Chelsea. Ho guardato partite, società, ho parlato l’inglese. Ho avuto una visione d’insieme di quel calcio lì. Un calcio con allenatori preparatissimi, Arteta è uno dei migliori. Quello che mi ha colpito di più”.
“Ovviamente non giudico il lavoro del passato, mi baso su quello che ho nella squadra. C’è potenziale offensivo incredibile, voglio che i quinti chiudano di più l’azione. Voglio i gol degli attaccanti, voglio che si vada a riempire di più l’area. Poi sono io che devo mettere in condizione la squadra per fare gol. Peluso? Lui era felice, forse pure più di me. Era entusiasta. È un ex atalantino, ha dato tanto. Mi ha spiegato come si lavora qui e aveva ragione. Sulla città dico che quando arrivo nelle società voglio conoscere il dna, il cuore e spesso andrò in giro per capire la mentalità e le persone. Perché quello arriva alla squadra”.
I giovani? “Qui ci sono calciatori di grande prospettiva. Giovani molto forti. Davvero si può fare un grande lavoro. Quello che faccio è semplicemente farli crescere. Dare valore ai singoli, a questi giovani. Possono crescere anche gli altri. Sono molto esigente negli allenamenti, si lavora su tutto, aspetto fisico e mentale. L’importante è che passino i concetti fondamentali. Ho avuto la fortuna l’hanno scorso di fare una competizione europea. Ho già esperienza di dove andare a ricercare quella intensità. Abbiamo poco tempo per lavorare a livello fisico ma ci sono giorni prestabiliti dove si può andare a cercare quel lavoro lì. Per me più i calciatori lavorano più si sentono meglio, più si esprimono meglio”.
“Qui ti devo rispondere in maniera diplomatica. È presto per fare ogni tipo di ragionamento. Mi devo concentrare su di loro. Se sono all’Atalanta è perché sono calciatori forti. Sulla mentalità, questa squadra deve averla. Il morale può andare giù in questi momenti, ma dobbiamo reagire subito. Ho cercato di toccare i tasti giusti. È la partita che ti da le risposte. Sono soddisfatto del lavoro, ma poi serve la partita. Non vedo l’ora di scendere in campo”.
Chiosa finale da parte dell’amministratore delegato, Luca Percassi nel finale: “Garantisco, vedendo il mister lavorare tutti i giorni, che si è assunto massima responsabilità. È il primo arrivare, l’ultimo ad andar via. Siamo tutti con lui, sappiamo il suo ruolo. Anche i bergamaschi sono con lui in questo momento. Si lavora come ha detto giustamente il mister”.
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