Il rientro in campo è da grande abbuffata con un mai banale Fiorentina-Juventus con esordio di Vanoli; e con a dire il vero un Napoli-Atalanta che fuor di blasone e classifica sarebbe la partita più interessante.
Perché questo per Antonio Conte è un campo totalmente inedito in carriera, visto il grande gelo non con la società ma con i suoi giocatori, e per vedere la reazione che avrà la squadra contro un’Atalanta che ha la scintilla Palladino.
Ma ça va sans dire, se c’è il derby della Madunina avrà sempre la precedenza, figuriamoci se vale la testa della classifica, Roma a Cremona permettendo.
E’ una sensazione strana però, perché appunto di più non potrebbe valere visto che più sopra non c’è nessuno, ma in verità diversamente da tanti altri negli ultimi anni è un derby invece che non cambierà assolutamente nulla comunque vada a finire. Perché in caso di pareggio o vittoria Milan, con la differenza di 2 o 1 punto rispettivamente a favore o sfavore Inter, sarebbe ovviamente troppo poco perché possa contare qualcosa. Ma anche in caso di vittoria Inter, il +5 sarebbe in fondo troppo impalpabile se si considera che nei prossimi due mesi l’Inter avrà un calendario di fuoco in Champions che graverà sui muscoli, mentre il Milan con una partita a settimana avrebbe tutto il tempo per recuperare.
C’è di certo l’implacabilità di Allegri nei big-secondo te mi diverto match, uno che sa giocare queste partite meglio di tutti, da soppesare con l’eventuale fantasma esorcizzato da Chivu, che ha sì vinto finalmente per l’Inter un match-clou in casa della capolista Roma, ma se si considera solo il trio Juve/Milan/Napoli, allora deve finalmente provare a far risentire l’ebbrezza della vittoria contro una di quelle 3 dopo quasi 2 anni.
Come la giocherà Allegri è perfino troppo ovvio: mette finalmente assieme Pulisic e Leao, proverà ad attirare l’Inter nella propria trappola e a colpire in contropiede per poi tramortire con la calma. L’Inter deve stare attenta a non consegnarsi per troppa frenesia, come fece a Napoli, e magari per una volta lasciare che sia il Milan a scoprirsi. Allegri piazzerà Rabiot a rompere le scatole su Calhanoglu, e se il francese lo farà bene allora l’Inter potrebbe davvero andare in stallo, perché senza il turco disinvolto la manovra si inceppa e si diventa dipendenti dall’estro di Thuram, considerato che mancherà la triangolazione nello spazio essenziale su Dumfries. L’Inter non ce l’ha un interno di gamba come Rabiot, e allora su Modric ci vorrà il sacrificio di Lautaro, che però non ha la costanza del marcatore e per di più potrebbe così perdere in brillantezza sotto porta. Il Milan si poggerà sulle manovre di Leao in aggiramento su Akanji, e Pulisic e Saelemaekers pronti ad attaccare gli spazi in area. L’Inter invece potrebbe ritrovarsi solo negli uno-due Lautaro-Thuram, ma il rischio è che Allegri sgasi la loro effervescenza. L’Inter ha più qualità nei singoli e ancora di più nel gioco, ma nel duello tattico è avanti un Milan che aspetta e riparte.
Comunque vada a finire, l’aspetto più interessante sarà la gestione del dolore della sconfitta: non a livello di classifica, ma perché negli ultimi anni le sconfitte nei derby hanno lasciato strascichi che hanno portato a perdere dopo altri punti sanguinosi. Ed è l’aspetto più pericoloso, perché un derby fa male molto di più nei giorni dopo.
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