Il team militante in NBA si deve fare un bagno di umiltà: la decisione di andare contro le regole è costata molto cara alla squadra.
La NBA è una realtà sportiva tra le più seguite al mondo, non solo negli USA dove il campionato più importante del mondo del basket prende vita anno dopo anno. Gli atleti di NBA sono tra i più pagati e preparati del mondo e nel nostro paese, non sono pochi i tifosi che, incuranti del fuso orario, sono pronti a passare notti insonni pur di seguire live le partite. Forse, lo fa anche qualcuno di voi!

La vita del Michael Jordan o del Lebron James di turno può sembrare un sogno ad occhi aperti – e forse sotto certi aspetti lo è – ma il lato che noi “profani” non vediamo mai è nascosto dietro le quinte. Sudore, disciplina e regole, tantissime regole severe che una persona ordinaria faticherebbe molto a rispettare scandiscono le vite dei giocatori di NBA.
Anche i team che schierano questi giocatori pur fatturando milioni se non miliardi vanno incontro a normative molto stringenti, un po’ come succede in Serie A, in UFC e in generale, ovunque ci siano atleti che valgono così tanto denaro. Un team ha deciso di infrangere la norma più importante della federazione ed ha pagato casa la sua scelta. Hanno preso una sonora bastonata.
Un riposo non dovuto
Il team dei Cleveland Cavaliers è una delle 30 squadre storiche a far parte della National Basket Association ed ha sede in Ohio dove milioni di tifosi seguono le gesta della squadra. La squadra americana quest’anno schiera tra i suoi talenti anche l’americano Darius Garland, forse uno degli innesti più importanti del team americano che però, l’ha fatta grossa. E non è nemmeno la prima volta.

La squadra ha infatti violato di nuovo la cosiddetta Player Participation Policy, una regola imposta dalla NBA per limitare il fenomeno del “riposo forzato” dei giocatori. Per motivi prettamente legati allo sport e allo spettacolo, la lega vuole impedire che le squadre facciano riposare senza che ci sia un reale infortunio i giocatori più talentuosi. Una regola che, unita al fatto che servono almeno 65 presenze su 82 partite nazionali per ambire al premio MVP, cerca di arginare il fenomeno del turnover fatto “a tavolino” dalle federazioni per risparmiare i giocatori migliori.
La discussa regola PPP è stata violata per il cestista Darius Garland, lasciato a riposo il 24 novembre contro i Toronto Raptors in una gara nazionale. La scelta, forse anche un po’ obbligata dato che Darius rientra da un grave infortunio anche se i medici lo ritengono in grado di scendere in campo, ha portato ad una mega multa da 250.000 $ che rischia di intensificarsi in caso di “recidiva”. Reduci da ben 5 sconfitte di fila, i Cleveland Cavaliers stanno cercando di risparmiare il loro asso. Ma per come funziona l’NBA, potrebbe risultare un’idea tremenda.






