Allarmanti parole da parte di Paolo Simoncelli che ricorda l’essenza dello sport in cui suo figlio ha perso la vita in pista. Stanno facendo di tutto per cancellarne ogni possibile traccia.
Il giorno del 23 ottobre 2011 è una data marchiata a fuoco nell’anima di tutti i tifosi di MotoGP ma, soprattutto, in quelli italiani. Quel giorno avvenne un dramma a cui non si vorrebbe mai assistere quando Marco Simoncelli, classe 1987, talento italiano in procinto di sbocciare e maturare, cadde già dalla sua moto a Sepang in Malasya perdendo la vita nel grave incidente che ne seguì.

La caduta non sembrò nemmeno così terribile, per l’italiano, ma purtroppo, Simoncelli dopo aver perso il controllo del mezzo cadde in mezzo alla pista dove i piloti che lo seguivano – Colin Edwards e Valentino Rossi che per una triste ironia era suo amico – lo travolsero. La moto dell’italiano passò proprio sopra il collo del giovane pilota, spegnendo per sempre la sua vita e la sua carriera e causando uno shock che non ha precedenti in questa pericolosa disciplina sportiva.
Suo padre Paolo, dimostrando una forza d’animo incredibile, è rimasto vicino alla passione a cui suo figlio ha dedicato l’intera esistenza e ancora oggi, segue la MotoGP. Quest’anno, ha commentato la bruttissima caduta di Jorge Martin che ha detto di aver trovato “spaventosa” in quanto ha ricordato molto quella del figlio. Ma non è l’unico intervento in cui ha avuto un ruolo.
Allarme Simoncelli, lo stanno scordando
Vicino al mondo dello sport, come accennato, Paolo è il gestore del team SIC 58 che è nata nel 2013, una squadra corse dedicata al figlio per tenere viva la sua eredità e la passione che lo ha portato a correre in questo sport emozionante quanto pericoloso. Tuttavia, un evento recente ha infastidito così tanto Paolo da spingerlo a parlare direttamente di addio.

A preoccupare il signor Simoncelli è l’acquisizione di Liberty Media di DORNA, una società americana che ha già fatto discutere per esempio conia documentario su Sepang 2015 in cui sembra voler gettare carburante sul fuoco mai estinto dell’odio sportivo – e non! – tra Marc Marquez e Rossi. Secondo Simoncelli, lo spirito della MotoGP sembra essere ormai lontano e, forse, seppellito per sempre sotto sponsor e spettacolo che vanno ben oltre la pista.
L’uomo che ha 75 anni ha parlato chiaramente di addio, dicendo che il girono in cui lascerà il mondo delle corse, di questo passo, si avvicina davvero: “Penso che quel giorno non sia tanto lontano. Questi americani mi hanno già rotto”, le sue parole. Ma cosa lo ha infastidito davvero? “Mirano a cambiare tutto, sembra che non vada bene niente di quello che abbiamo costruito. Vogliono togliere dai conteggi ufficiali i titoli vinti nelle categorie inferiori, contano solo quelli in MotoGP. Così mio figlio Marco, Gresini o i Nieto sparirebbero“, la sua opinione.
Sicuramente, cancellare il titolo di un pilota che non può più nemmeno opporsi a questa decisione è un gesto non molto carino a prescindere da come i gestori della nuova direzione del mondo della MotoGP vedano i titoli “minori” come li hanno considerati. La decisione di Simoncelli di appendere, eventualmente, il berretto da capo squadra al chiodo non sarebbe così incomprensibile.






