Haaland in Italia: tutti lo vogliono, ma un supermanager boccia l’idea

Costa troppo, nessun club ha la possibilità di mettere sotto contratto Erling Haaland forse perché la Serie A non ha più la forza economica di pochi anni fa

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Il cartellino di Erling Haaland vale 150 milioni di euro (Getty Images)

Qualche anno fa Haaland sembrava interessare la Roma, poi il Milan. Ancora prima che dal Molde arrivasse al Red Bull Salisburgo. All’epoca il suo cartellino era più che trattabile, sarebbe stato un grande affare considerando che la squadra austriaca lo acquistò a cinque milioni di euro da pagare in tre anni. Ma oggi…

Il caso Haaland

Oggi la storia è completamente diversa. Haaland è inavvicinabile. Il Borussia Dortmund ha una clausola rescissoria imponente che sfiora i 150 milioni di euro. Il valore del cartellino del bomber norvegese è praticamente raddoppiato in meno di un anno, nonostante Haaland non sia stato nemmeno protagonista della fase finale di Euro 2020.

In estate poche squadre hanno tentato la scalata al bomber più costoso del mondo: persino un colosso come il Chelsea si è arreso ripiegando su Lukaku. La cui storia ricorda molto quella di Haaland.

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Erling Haaland, per la terza stagione al Borussia Dortmund (Getty Images)

Serie A, una transizione

Quando il bomber belga era qualcosa di più di una promessa, giocava nell’Anderlecht, alcune squadre italiane si interessarono al suo cartellino. Tra queste l’Inter: ma Romelu Lukaku, che all’epoca aveva 17 anni e costava intorno ai quattro milioni di euro, non venne ritenuto sufficientemente maturo nemmeno per la Primavera della Serie A. Andò al Chelsea per 15 milioni. E all’Inter arrivò solo otto anni dopo a 75 milioni di euro per andarsene due anni dopo generando una plusvalenza di quasi 40 milioni.

Difficile pensare che Lukaku possa tornare, così come Haaland possa arrivare in Italia. Beppe Marotta, supermanager dell’Inter ne ha parlato oggi definendo la Serie A un ‘campionato di transizione’: “Haaland è uno dei migliori attaccanti del mondo. Difficilmente potrà venire da noi. Il divario tra la Serie A e la Premier League o la Liga è ormai troppo ampio. Dobbiamo rassegnarci a considerare il nostro campionato non come una meta definitiva ma come un punto di transizione verso altre competizioni”.

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