Morto Reinhold Roth, il Motomondiale piange uno dei suoi eroi

Morto Reinhold Roth, il Motomondiale piange uno dei suoi eroi. Dopo un terribile incidente nel 1990 viveva in stato di coma vegetativo

Reinhold Roth (Wikipedia)

Dopo essersi battuto in pista con gli avversari, da 31 anni lottava per la vita. E un problema polmonare nelle ultime ore ha spento per sempre le speranze dei familiari dei Reinhold Roth, morto a 68 anni in Germania.

Uno dei piloti di punta nella 250, quella che oggi è diventata la Moto2, è arrivato per un paio di volte ad un passo dal titolo ma soprattutto aveva la fama di grande lottatore. E lo ha dimostrato anche dopo il tragico incidente nel GP di Jugoslavia che ha cambiato per sempre la sua vita.

Sulla pista di Rijeka, tanto tecnica quanto complicata, mancavano tre giri alla fine della gara e Roth lottava per la vittoria in un gruppetto con Cadalora, Kocinski, Cardus e Bradl. Quelli davanti a lui hanno passato un doppiato, l’australiano Milner, ma lui non se n’è accorto e l’impatto è stato terribile. Per quasi dieci minuti Roth è rimasto esanime e senza ossigeno in pista, prima che i soccorsi riuscissero ad assisterlo al meglio.

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Morto Reinhold Roth, per due volte era arrivato secondo nel Mondiale di Moto 2

I ritardi nei soccorsi, oltre alla devastazione dell’impatto, gli sono stati fatali: diversi mesi di coma, poi la conferma dello stato di emiplegia che lo ha relegato per sempre su una sedia a rotelle. La moglie Elfriede e il figlio Matthias, che tra poco lo avrebbe reso nonno, sempre al suo fianco, anche con le gare del Motomondiale viste in tv. Lui non parlava, ma secondo chi era con lui, capiva tutto.

Roth era arrivato nel Circus alla fine degli anni ’70. Vincitore del titolo europeo della 250 nel 1982 con la Yamaha, era poi passato alla Honda nel 1986 e con quella moto per due volte era arrivato secondo nel Mondiale, nel 1987 dietro al connazionale Toni Mang e nel 1989 battuto da Sito Pons.

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