La giustizia sportiva sbaglia così come ha sbagliato Agnelli. Le vere vittime sono i tifosi. I 15 punti per capire tutto

Quindici quesiti e quindici risposte per quindici punti di penalizzazione. 

1) Perché la Juve è, al momento, l’unica società punita quando sappiamo tutti che le plusvalenze riguardano l’intero calcio italiano? Perché si è indagato soprattutto sulla Juve e le intercettazioni riguardano principalmente la Juve. Sbagliato

2) L’accusa parte da un convincimento: le plusvalenze farlocche sono diventate sistema alla Juve mentre altrove sono sporadiche. E che cosa significa? Innanzitutto questa valutazione “sporadica” da quale studio esaustivo proviene? C’è una proporzione per tutto: i volumi di affari sono differenti da società a società. Magari, ad altri club, basta un solo “affare” per mettere in ordine i conti. E poi intendiamoci sulle plusvalenze “farlocche” perché è materia molto friabile. La verità è che la giustizia sportiva ha agito esclusivamente sulle intercettazioni. Intercettazioni che non sono state effettuate su altri club. Se ne deduce che la Juve faccia comodo a qualunque inchiesta. Opportunismo

3) Perché la giustizia sportiva solleva sempre tanti dubbi con sentenze che possono essere ribaltate a ogni grado di giudizio? Perché nonostante la recente riforma, la giustizia sportiva agisce seguendo la fretta e il momento più che la completezza. Incoerenza.

4) Perché la Juventus, con tanta ricchezza alle spalle, ha bisogno delle plusvalenze per far quadrare i conti? Infatti non ne avrebbe alcun bisogno. Un errore clamoroso. Supponenza.

5) Perché la Juventus, da Calciopoli, in poi non ha mai dato importanza alla trasparenza e alla rettitudine che sarebbe doveroso aspettarsi dalla prima della classe? Si era tentato di fare qualcosa con Cobolli e Blanc però era diventata la Juve simpatica e perdente. Quella non era la strada, ma nemmeno questa. Sottovalutazione

6) Perché la Juventus ha sentito l’esigenza di separarsi da un manager come Marotta senza mai spiegarne realmente il motivo? Si parlò di ricambio generazionale, ma non si doveva arrivare a questo punto per comprendere il catastrofico errore decisionale. Delirio.

7) Quali sono i reali rapporti fra cugini all’interno della famiglia Agnelli e quali segnali non sono stati colti per evitare l’esplosione di questo problema con le conseguenti dimissioni in blocco del precedente consiglio di amministrazione? Si tratta di rapporti di forza economica e di competenze fra il ramo dell’Avvocato (Gianni Agnelli) con John Elkann e quello del Dottore (Umberto Agnelli) con Andrea Agnelli. Le scelte comportano conflitti e il periodo d’oro dei nove scudetti consecutivi rischia di essere travolto da questa vicenda. Mancanza di trasparenza interna. John Elkann può rifondare scaricando il cugino Andrea Agnelli che sparisce da tutto. Per ora. Incomunicabilità

8) Mentre i tifosi juventini si sentono perseguitati, tutti gli altri esultano nel vedere confermate accuse e sospetti che da anni avvelenano il calcio italiano. Giusto così? Per niente. Gli scandali hanno coinvolto storicamente moltissimi club italiani. Per cui chi dà del “ladri” agli juventini farebbe bene a guardare prima in casa propria perché fra calcio scommesse, partite truccate, passaporti falsi, regali agli arbitri, prescrizioni e tanto altro ancora c’è un panorama che non permette a nessuno di estraniarsi per ergersi a censore. Moralismo

9) C’è da aspettarsi altro dalla giustizia sportiva? E quali conseguenze ci saranno in Europa? Il sospetto che Ceferin l’abbia “giurata” all’ex amico Andrea Agnelli è fortissimo. Vista l’impennata della giustizia sportiva italiana, l’Uefa potrebbe recepire senza ulteriore inasprimenti, ma potrebbe anche agire in autonomia escludendo la Juve dalle competizioni. Vendette.

10) Quando il procuratore Chinè afferma che la penalizzazione deve essere afflittiva, esagera? Certo che esagera. Ricordiamo che il Milan punito per Calciopoli ebbe la possibilità di disputare la Champions e di vincerla pure. Dove fu applicata la logica afflittiva? È evidente che la Corte d’Appello Federale ha fatto proprio il ragionamento di Chinè aggravando ulteriormente la pena. Inopportuno

11) Quale sarà il futuro per la Juve? Certamente un ridimensionamento con attenzione alla next generation, ai giovani. La Juve è sempre stato considerato un bene di famiglia dagli Agnelli ma non è detto che questa ennesima batosta precluda l’ipotesi di cessione. Una volta conclusa la vicenda se ne riparlerà. Spallata.

12) Giusto continuare con Allegri? L’allenatore è già proiettato ai venticinque punti con cui vorrebbe chiudere il girone d’andata. Con la bufera che sta imperversando sarebbe davvero insensato pronosticare cambi in corsa. Se ne riparlerà a fine stagione. Buonsenso.

13) I giocatori più importanti lasceranno la Juve? È probabile. Anche perché bisognerà attendere gli sviluppi che riguardano gli accordi interni sui contratti. Rifondazione.

14) Quale potrebbe essere l’effetto immediato sulla squadra? Solitamente certi cataclismi compattano l’ambiente. Non è escluso che la Juve possa fare un girone di ritorno a mille totalizzando 45 punti e raggiungendo (se dovesse girare a 25) quei 70 punti che l’anno scorso consentirono l’accesso alla Champions. Con buona pace della sanzione afflittiva. Reazione.

15) La Juventus è un bene del calcio italiano? Assolutamente sì. Basta vedere gli ascolti delle partite, il numero dei tifosi e il seguito all’estero. Paradossalmente la Juve rappresenta il vertice economico dello sport italiano che si regge, appunto, sul calcio. Ciò non giustifica alcunché, ma certi numeri inducono a pensare che la Juve sia un fenomeno popolare ed economico del Paese. Sbagliato fingere di ignorare questo aspetto.

Paolo De Paola

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