Quando le partite contano, Angel Di Maria vuole sempre dire la sua ed è molto probabile che riesca a farlo. Anche ieri sera, nella sfida d'andata degli ottavi di Europa League fra la Juventus ed il Friburgo, El Fideo è risultato decisivo con il gol che è valso l'1 a 0 finale, e che proietta i bianconeri nelle migliori condizioni per affrontare il ritorno in Germania.
All'indomani del match della Vecchia Signora è intervenuto ai microfoni di SPORTITALIA l'argentino Guillermo Barros Schelotto, considerato una leggenda in patria fra le fila del Boca Juniors. Schelotto, che oggi è c.t. del Paraguay, ha esaltato le gesta del connazionale Di Maria, dando poi la sua opinione su altri due protagonisti della nostra Serie A: l'altro connazionale Lautaro Martinez e Ibrahimovic, che lui ha allenato ai tempi del L.A. Galaxy.
Di Maria è il calciatore più forte della Serie A?
"Non so se sia il più forte in assoluto in Serie A. Sia prima, sia durante che dopo il Mondiale, Angel ha messo in mostra una qualità incredibile cui ci ha abituati nella sua carriera. Non sorprende per quello che fa, ma sorprende che lo faccia a quel livello, alla sua età. E' un giocatore che amo particolarmente, da sempre".
Non ha ancora rinnovato il contratto in scadenza a giugno.
"Spero possa continuare a giocare in un grande club in Europa, sta dimostrando di poterlo fare ancora per un po'. Non so poi se abbia in mente di tornare al Rosario Central, ma è una scelta sua dato che potrebbe tranquillamente continuare lì".
Lautaro capitano dell'Inter: che ne pensa del Toro?
"Lautaro è un giocatore che ha la stoffa per fare il capitano dell'Inter. Ha un'ottima qualità di gioco, Quando era al Boca lo chiedemmo al Racing, ma era un affare difficile per la rivalità fra i due club, oltre al fattore economico, visto che costava già un prezzo elevato per il calcio argentino. El Toro si aggiunge alla lista dei grandi centravanti che hanno militato in Serie A, gente di livello assoluto come Balbo, Batistuta, Crespo, Ortega, Ramon Diaz, senza nominare Maradona.che è fuori categoria".
Cosa prova a vedere il Milan nuovamente ai quarti di Champions?
"Sono contento di rivedere i rossoneri ai quarti. Perché è bello vedere i migliori club che si esprimano nelle migliori condizioni. La Champions è la coppa dei dettagli, è esigente. Mi piace che il Diavolo sia lì a giocarsela di nuovo".
Lei i rossoneri li ha affrontati in una storica finale per il Boca Juniors, l'Intercontinentale del 2003.
"Fu una finale sognata a lungo, dopo che perdemmo nel 2001 a Madrid, contro il Bayern Monaco. Riuscimmo a raggiungere un'altra finale, contro un altro grande club, storico come il Milan. E con un tecnico seduto in panchina, Ancelotti, che ha una storia che parla da sé. Era da poco arrivato Kakà. sulla fascia sfrecciava Cafù, c'era gente come Maldini, Costacurta, Pirlo, Seedorf, Sheva e Tomasson…Una squadra incredibile contro la quale pareggiammo per poi vincere ai rigori".
Ci racconta Ibrahimovic per come lo ha conosciuto al Galaxy?
"Con lui ho avuto un rapporto ottimo. E' sempre stato molto professionale con noi, parlava un po' di spagnolo oltre che in inglese. Ad un certo punto non ha continuato più con noi perché aveva voglia di tornare in Europa. Ho un grande ricordo di lui come uomo. Come calciatore poi…".
Sta tornando a dare una mano al Milan per questo finale di stagione.
"Parliamo del più grande di questa epoca insieme a Messi e Ronaldo. A 40 anni, senza avere più la freschezza di un ventenne, può ancora fare vedere quello che sa fare ad alto livello al Milan".
Cosa è andato storto al Psg nella gestione di campioni come Messi e Mbappé?
"Non saprei dire cosa non abbia funzionato al Psg nella gestione di campioni come Messi e Mbappé. Hanno scelto un allenatore nuovo, ma la cosa non ha funzionato. Devono ricominciare da zero il prossimo anno sperando che mantengano questa squadra aggiungendo appoggio a Leo e Kylian. L'assenza di Neymar poi, di certo non ha aiutato".