Criscitiello: “Mancini, denunciami pure. Lo ripeterò davanti al giudice”

Nel consueto editoriale del lunedì su Sportitalia.com, il Direttore di Sportitalia Michele Criscitiello ha analizzato nel dettaglio la situazione legata al nostro campionato oltre a raccontare retroscena legati alle questioni che lo hanno coinvolto con Iervolino, Gravina e Roberto Mancini. Di seguito la versione integrale

Negli ultimi anni avevo quasi perso la voglia di scrivere questi editoriali. Credevo fossero diventati monotoni, nessuna lettera da un avvocato e al massimo qualche querela dall’attuale Direttore della Salernitana, De Sanctis, dall’ex allenatore Aglietti e poca roba. La critica giornalistica che avevo nelle vene mi era sembrata ormai superata e sterile. L’autostima e la voglia di scrivere ciò che penso di questo fantastico mondo del calcio me l’hanno ridata in ordine: Gravina, Mancini e Iervolino. Partiamo dall’ultimo perché è una roba veloce. Il Presidente della Salernitana mi porta in tribunale e mi segnala all’ordine dei giornalisti della Lombardia per alcune mie affermazioni e critiche sul finale di stagione di due anni fa. Poi caccia Sabatini e, indirettamente, avalla la mia tesi. Nei mesi scorsi il Tribunale di Salerno, quindi giocavo fuori casa all’Arechi dovrebbe valere il doppio, mi dà ragione su tutta la linea e settimana scorsa arriva una bella pec dell’Ordine dei giornalisti che dice a Iervolino che non ci sono i presupposti per procedere nei miei confronti, avendo operato secondo i criteri richiesti dall’ordine. Poi si raccomandano di avere sempre un comportamento lineare bla bla bla. Il Presidente Gravina, numero uno del calcio italiano, però mi ha dato una forza che non credevo di meritare. Addirittura sul sito ufficiale della FIGC un comunicato in mio onore. Ho ringraziato i vertici e ho rimandato la palla al tribunale: quando volete approfondiamo. Il sistema dittatoriale non esiste più da un pezzo in questo Paese, un giornalista senza diffamare può esprimere i propri concetti e soprattutto non mi faccio comprare da niente e da nessuno anche perché per fortuna non ho bisogno e quindi andrò sempre avanti per la mia strada. Questo non significa che quando scrivo dico solo verità, posso avere letture sbagliate e giudizi errati ma a giudicarmi non sarà Gravina bensì un telespettatore o lettore del nostro sito. Ho scritto e detto tante fesserie nella mia carriera ma erano idee mie. Non scrivo sotto dettato di nessuno e neanche mi spaventano gli avvocati di Gravina, della Federazione e di Roberto Mancini. L’ex CT azzurro mi ha fatto scrivere dai legali: la sintesi non è una querela, come erroneamente riportato da alcuni siti, ma Mancini per farla breve mi chiede 50 mila euro per non procedere con la causa. La mia risposta sarà “denunciami pure tanto non ci sono gli estremi e anche se ci fossero a dirlo sarà un giudice”. Se devo pagare 50 mila euro preferisco darli alle mense dei poveri, ai bambini in difficoltà e non ad un signore che ribadisco ha usato la Federazione come un bancomat per poi andarsene in Arabia Saudita quando ha trovato più soldi nel bel mezzo dell’estate. Ho detto anche che Mancini è scarso, Avvocato. Sì, lo confermo. E’ una mia idea che mi porto dentro da tanto tempo e l’ho scritto anche in pieno post europeo. Inutile che gli avvocati mi elenchino il palmares di Mancini, io che non sono nessuno, lo ritengo un allenatore tecnicamente scarso. Come lui mi riterrà un giornalista scarso. Sono pareri e posso esprimerli in un Paese libero. Il nostro. Inoltre ribadisco che un CT che non porta l’Italia ai Mondiali è un tecnico non qualificato. Che si chiami Mancini o Ventura. Vale per tutti. Come per un Presidente Federale che senza Mondiale deve dimettersi. Valeva per Tavecchio, che lo fece, e vale per Gravina. Andiamo davanti a un giudice e ripeterò pari pari le stesse cose. Come scriverle poi ci penserà l’Avvocato Di Cintio che è abituato a collezionare vittorie di questo tipo. 

Ora che è ripreso il campionato è passato, ovviamente e giustamente, in secondo piano il tema scommesse illecite dei calciatori tesserati. Non avevamo dubbi e una sera su Sportitalia lo abbiamo detto chiaramente. Adesso si spegneranno i riflettori. Ed è quello che vuole la Questura di Milano e la Procura di Torino. L’indagine riguarda la malavita e i nomi dei calciatori accendono dei riflettori non utili alle inchieste. Corona poi ha fatto il resto del cinema. Io non so, perché non ho gli elementi, se Tonali, Zaniolo e Fagioli abbiano scommesso sulle loro squadre ma mi pare di sì da quello che leggo; in questo caso la FIGC si conferma un circo perché se la pena prevede 3 anni è inutile che dai 7 mesi più altri finti 5. Fagioli convocabile per un eventuale Europeo è una barzelletta classica dell’Italia. Lo stesso, anzi di più, vale per Tonali. E togliamo questa responsabilità oggettiva ai club perché è ridicola e non applicabile. Regolamento vecchio ed obsoleto. Io società non posso farci nulla se uno dei miei 30 calciatori gioca su siti illegali. Non posso mettergli sotto controllo tablet e telefono. 

Infine una parentesi calcistica. Sto seguendo il Verona con attenzione da inizio stagione e reputo Sogliano un grande Direttore Sportivo che non aveva nulla a che fare con la serie C e meritatamente si è ripreso la serie A. Tuttavia non ho capito la scelta di Marco Baroni, dopo che Sogliano ha salvato la pelle al Verona in uno spareggio con lo Spezia. Baroni non è un allenatore da Verona ma un allenatore di serie B a vincere. E la vince. La serie A l’ha fatta senza fare un punto a Benevento e poi un anno a Lecce dove c’era Corvino che telecomandava tutto e tutti. Il Verona aveva bisogno di un altro tipo di allenatore e la soluzione migliore sarebbe stata continuare con Zaffaroni. Sogliano ha commesso un errore che rischia di pagare a caro prezzo adesso che ci sarà la cessione della società ad un fondo guidato da Marroccu che si riprenderà la direzione e potrebbe cambiare allenatore. Baroni ha un grande vantaggio: il suo vice bravissimo sulla fase difensiva, altro che il maestro Giampaolo, e un Preparatore atletico che forse oggi è il migliore in Italia. Per il resto, cinema finito. 

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