Meglio uno Spalletti che tre Mancini. La scalata di Walterone. L’Inter e tre strade da seguire (a zero)

I quotidiani sportivi di una volta – facciamo di 10 anni fa – duravano almeno un’ora tra le tue mani: avevi da leggere, da approfondire, da rivisitare. Adesso in venti minuti ne fai fuori tre, molto spesso si tratta dallo stesso argomento, della stessa pappardella al sugo, pagelle quasi in fotocopia. Diciamo questo – senza offesa – perché, secondo una tendenza totalmente italiana, la prima cosa che si fa per esaltare oppure no un commissario tecnico è paragonarlo a quello precedente. E qui vengono fuori amici o nemici, dipende dai rapporti personali, quando invece sarebbe giusto evitare. Spalletti merita rispetto perché è salito sul carro in pieno agosto: Mancini aveva deciso di tagliare la corda, gli sono bastati pochi mesi per dare una dignità e un decoro. Meglio uno Spalletti che tre Mancini. Non era semplice, in molti sarebbero andati a sbattere. Ha battuto la Macedonia del Nord 5-2, infierendo, quella stessa Macedonia del Nord che ci aveva sbattuto fuori da un Mondiale: di cosa stiamo parlando? Cerchiamo di essere seri, concreti, onesti, lasciando gli amici fuori dalla porta. Al suo posto mai avremmo sostituto Politano dopo averlo mandato nella mischia per una questione di buon senso e buon gusto, ma era l’unica soluzione per difendersi meglio. L’immagine più comica? Gravina in ansia, a 5 minuti dalla fine, per una qualificazione agli Europei. La frase da bocciare? Sempre di Gravina: “Avevamo preso un impegno con gli italiani”. Veramente ne aveva presi altri che non ha mantenuto. La famosa pausa per le Nazionali adesso va in letargo per un po’: meno male, con tutto il rispetto.

L’Inter ha una specialità della casa: i parametri zero. Negli ultimi anni è riuscita a vincere qualche Gran Premio della Montagna, scollinando bene e poi mantenendo il vantaggio senza grandi problemi. La specialità della casa, ci vengono in mente Calhanoglu e Thuram come ultime “perle” della collana, ma di sicuro di sono altri pezzi pregiati, tra gli altri una citazione la meriterebbe Mkhitaryan. I pochi spiccioli spesi per Darmian fanno risaltare l’operazione come se fosse un parametro zero. E se vogliamo i 4 milioni versati per Acerbi, usato sicuro di assoluta affidabilità, non possono essere considerati uno spreco, piuttosto l’esatto contratto. La rassegna primavera-estate si arricchirà presto di nuovi dipinti, ci sono tre situazioni da seguire. In ordine non proprio sparso, Djalo è il nome da considerare a caratteri quasi cubitali. Ausilio lo stima ai massimi livelli, negli ultimi anni ha seguito lui e Chalobah tra i profili giovani di maggiore gradimento. La differenza non è soltanto nell’aspetto anagrafico, Djalo è più giovane di un anno, ma a che e soprattutto nel non trascurabile particolare che ha un contratto in scadenza con il Lille rispetto al suo collega del Chelsea. E quindi entriamo assolutamente in zona Inter: se Djalo confermasse la predisposizione ad accendere il semaforo verde per Milano nerazzurra (serve sempre prudenza), molto presto i tempi potrebbero essere maturi. Le altre sue bellissime “figurine” che qualsiasi collezionista vorrebbe avere nell’album sono quelle di Piotr Zielinski e Mehdi Taremi. Il polacco del Napoli ha confermato quanto abbiamo raccontato qualche settimana fa: precedenza al Napoli per una questione di affetto e rispetto, se la fumata fosse grigia tendente al nero, l’Inter si fionderebbe perché il profilo piace moltissimo. L’iraniano del Porto avrà una nuova disperata e forse tardiva proposta di rinnovo, tirerà definitivamente le somme. L’Inter – come anticipato tre settimane fa – vorrebbe fare per giugno e non a gennaio, ma nello stesso tempo confida che Mehdi dia la priorità senza flirtare con altri. Sulla strada dei parametri zero Marotta e Ausilio hanno i fari accesi – molto accesi – da settimane.

Siamo pronti per un nuovo tour de force. Con un pieno di adrenalina a casa Mazzarri, non potrebbe essere diversamente. Walterone in missione, ha quattro o cinque scalate consecutive che avrebbero mandato in estasi qualsiasi grimpeur. Parte da Bergamo, poi andrà a fare una visita al Real, incrocerà l’Inter prima di spostarsi a Torino casa Juve per ricevere il Braga a caccia prevedibilmente della certezza di arrivare agli ottavi di Champions. L’organico del Napoli è ottimo e abbondante, si potrebbe bypassare la sessione di gennaio e valutarla soltanto per qualche investimento. C’è qualche nodo legato ai rinnovi, ma ci sono soprattutto queste cinque scalate che incideranno – in un senso o nell’altro – sulla stagione del Napoli. Il “regalo” estivo di ADL, a suo tempo esaltato dai soliti cortigiani dalla schiena storta che ora dovrebbero nascondersi fino alla prossima primavera. E invece no.

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