Milan, il mercato lascia l’amaro in bocca

Gennaio indaffarato per un Milan dalla tasche leggere. Il mercato di riparazione non ha visto il Diavolo in prima linea, complice il buon lavoro fatto durante la sessione estiva. Partenza scattante per sopperire all’emergenza defezioni: subito Gabbia e Terracciano chiamati alla corte di Pioli, poi Krunić ai saluti e la frenata finale che lascia la Milano rossonera con l’amaro in bocca.

L’allarme in quel di Milanello è scattato per un reparto arretrato in piena crisi a causa dei troppi infortuni che hanno lasciato Stefano Pioli con le scelte obbligate. Il ritorno di Gabbia, rientrato dal Villareal nei primissimi giorni di gennaio, ne è la dimostrazione. Poi l’arrivo di Filippo Terracciano, il giovane 2003 diventa la prima mossa in prospettiva per il club rossonero. Teoricamente però non doveva rimanere l’unico e solo talento da coltivare, perché alla porta c’era anche Matija Popovic. Il serbo classe 2006 impersonificava il profilo perfetto per un Milan che pensa il futuro. Ma la trattativa è arenata sul nascere con gli agenti e il ragazzo già in città, che non sono riusciti a trovare una quadra con la società rossonera.

Storia diversa per l’addio di Krunić, programmato da tempo e fortemente valutato dallo stesso Pioli che in più occasione ha ribadito come il bosniaco fosse ormai fuori dai progetti del club. 5 milioni più 1 di bonus e un triennale firmato con il Fenerbahce.

All’alba di quello che il giorno successivo alla chiusura del mercato invernale, rimane una casella mancante non spuntata dal Diavolo. Il vero e proprio colpo di mercato che si attendeva per regalare a Stefano Pioli un centrale d’esperienza non è mai arrivato. A susseguirsi sono state solo ed esclusivamente ipotesi, da Demiral a Marlon in extremis. Ma al risuonare del gong finale Pioli non ha una nuova freccia per il suo arco.

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