ESCLUSIVA SI – Camarda, il primo tecnico: “L’anno prossimo vice-Giroud”

Il presente si chiama Olivier Giroud, che con i suoi 12 gol stagionali ha collezionato un rispettabilissimo bottino, considerando l’età che avanza. Il futuro dell’attacco del Milan però è già prenotato: dalla Primavera continua a far parlare di sé Francesco Camarda, che in Serie A ha debuttato battendo ogni record di precocità contro la Fiorentina in questa stagione, nonostante a marzo compirà appena 16 anni. I ragionamenti sul suo futuro già vengono portati avanti, con i tifosi che intanto non perdono occasione di fargli capire che stravedono per lui

In esclusiva per SPORTITALIA è intervenuto il suo primo tecnico nel piccolo club lombardo della GSD Afforese, Massimo D’Amaro, per parlarci di lui.

Camarda continua a regalare colpi di rara bellezza. Pensa lì possa fare anche su palcoscenici come San Siro?

“Lo spero per lui: ha fame di gol. L’ultimo in Milan-Sassuolo con la Primavera è stato un capolavoro: sponda di petto nel cerchio di centrocampo su rinvio del portiere, fa 30 metri di campo per poi anticipare di testa il difensore con pallonetto al portiere. Non è la prima volta che compie gesti tecnici così belli. Certo San Siro non è la Primavera, ma può farci sognare”.

È giusto “proteggerlo” come sembra stia facendo il Milan, oppure come è stato fatto per alcuni talenti in passato, punterebbe forte su di lui?

“Su Francesco ci sono tante aspettative: a partire dalla settimana precedente all’esordio con la Fiorentina, partita per nulla facile vista anche la situazione del Milan in quel periodo. Ho letto anche tante critiche su quello spezzone di partita: ma quanti giocatori anche di esperienza in Serie A entrano e in 10 minuti fanno la differenza? Francesco ha comunque 16 anni. Se la speranza è che faccia la differenza a 16 anni, allora penso sia giusto “proteggerlo”: non è lui che deve risolvere le partite. Se invece la speranza è quella di puntare su di lui, come su altri giovani della Primavera, per darci in futuro un Milan con giocatori legati ai colori della maglia, allora è giusto spingere per farlo giocare. Poco alla volta, ma dargli continuità”.

Come lo vedrebbe il prossimo anno a fare il secondo in attacco dietro ad un giocatore più esperto? O forse è meglio andare in prestito o restare in Prima6 per lui?

“Secondo me è giusto dargli continuità e affiancarlo a un giocatore di esperienza, concedergli i suoi spazi e farlo crescere. Francesco è legato a quei colori: ci è entrato a 6 anni ed è ancora lì. Dà tutto in campo per quella maglia, non sarà da meno a San Siro. Il Milan è la sua casa: poi il futuro lo scriverà lui. Perché acquistare un giovane attaccante quando puoi averlo in casa?”.

Quali sono i suoi margini di crescita, secondo lei?

“Sta dimostrando partita dopo partita quanto può dare, facendo goal su goal e neanche così banali. Ci sono tutti i presupposti per crescere tanto e ha i migliori anni davanti a sé. Fare tre/quattro/cinque anni come secondo attaccante in prima squadra per poi provare a diventare lui il primo riferimento… penso sia doveroso provarci”.

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