Inter, Zhang e una scelta senza logica: ecco perchè. Mercato, dipende dalle panchine: ma che giro di terzini!

Si avvicina la data di scadenza del finanziamento di cui ha usufruito la proprietà dell’Inter, e contestualmente all’approssimarsi della data di scadenza dello stesso, le voci di un cambio della guardia scemano fino ad apparire impercettibili. Premesso che chi scrive non ha contezza o informazioni privilegiate rispetto alla situazione economica del club, o ai motivi della perdurante assenza di Steven Zhang da Milano, partiamo dai dati di fatto. Puri ed ineluttabili come il rendimento espresso sul rettangolo verde per meriti dello staff dirigenziale, tecnico e dei calciatori. La sensazione facilmente percepibile è che la Famiglia Zhang si sia resa conto che difficilmente potrebbe esserci periodo peggiore per smettere di essere proprietaria. Il club è in crescita ed è pienamente entrato a far parte del gotha del calcio continentale con tutto ciò che ne consegue.

Per esempio? L’entusiasmo dilagante di ambiente e tifoseria, che garantisce incassi monstre ad ogni big match di campionato fino a diventare da record con l’incremento dei tagliandi presente nelle gare ad eliminazione diretta di Champions League. Aspetto importante ma non sufficiente? Obiezione lecita e veritiera, dunque accolta. Alla quale però si ribatte facilmente considerando che dal cammino europeo della passata stagione i nerazzurri hanno incassato quasi 180 milioni tra premi Uefa e botteghino, che il prossimo format della massima competizione continentale di cui l’Inter è già certa di far parte farà schizzare verso l’alto quella cifra, e ancora che il percorso europeo della stagione attuale è in corso e suscettibile di rialzi verso l’alto, ed infine che per la sola partecipazione al Mondiale per Club previsto per 2025 i milanesi possono già mettere al sicuro una fee di ingresso da 60 milioni di euro. Se a ciò si aggiunge che l’amministrazione illuminata da parte della dirigenza attuale abbia consentito alla Famiglia Zhang di lasciare intatti quasi 100 milioni dei 275 di iniziale finanziamento ricevuto dal fondo Oaktree ecco che il quadro assume contorni davvero difficili da equivocare. Vendere l’Inter oggi, senza certezza della costruzione di un nuovo stadio, sarebbe una scelta già priva di ogni logica in mancanza di proposte fuori mercato, figuriamoci con i discorsi per il nuovo impianto che risultano molto bene avviati a prescindere dalla location nella quale si deciderà di farlo sorgere.

Vanno di pari passo i discorsi legati al gruppo squadra, che si cercherà di far beneficiare in prima persona dei risultati raggiunti dal collettivo. Ne siano da esempio i rinnovi in programma per Lautaro Martinez e Barella. Il capitano richiede tramite il suo agente in maniera lecita uno stipendio che possa arrivare in doppia cifra attraverso le prestazioni del singolo e del gruppo. il centrocampista ha già manifestato all’Inter un’apertura totale ed assoluta a porre la firma su un nuovo contratto che metta fine alle speculazioni dell’ultimo periodo. La volontà congiunta è ad oggi quella di proseguire insieme, ed anche corrisposta è la scelta di posticipare ogni genere di discussione al termine della stagione ed alla conquista di quanti più trofei possibili dei due per i quali la squadra di Simone Inzaghi è in corsa.
A proposito di Inzaghi, il passo successivo dovrà essere quello di sedersi anche con il tecnico e con chi lo rappresenta per evitare che gli inevitabili corteggiatori che lo stanno apprezzando in giro per l’Europa passino alle vie di fatto. Magari con proposte concrete in grado di scalfire un binomio che, per il momento, sta regalando enormi soddisfazioni tanto al club quanto all’allenatore ormai saldamente considerabile alla stregua dei top in giro per l’Europa.

In chiave mercato siamo in fase embrionale un po’ per tutti, anche perchè molte scelte riguardanti le panchine sono ancora lontane dall’essere state prese con certezza assoluta. Senza dubbio interessante si propone però il mercato degli esterni, specie se difensivi, specie se impiegabili potenzialmente con lo stesso effetto sia in una difesa a 3 che in una a 4. Tornando all’Inter non è un mistero che il nome più papabile ad uscire la prossima estate sia quello di Denzel Dumfries con il quale non risultano ad uno stadio avviato i discorsi per un rinnovo di contratto. L’Inter ha già preso Buchanan per poterlo potenzialmente sostituire, ma qualora la partenza dell’olandese si materializzasse certamente di cercherebbe anche una soluzione già abituata ad i ritmi ed ai consumi del nostro campionato.

Il vero giro di valzer potrebbe invece prendere il via sul lato mancino del campo, e sarebbe di portata continentale. Il nome in grado di stappare la bagarre di mercato è inevitabilmente quello di Alphonso Davies. Come noto l’esterno canadese non ha rinnovato il suo contratto con il Bayern Monaco e la scadenza attualmente fissata al 2025 non lo mette al riparo da corteggiatori illustri. Real Madrid su tutti, certamente, ma la Casa Blanca potrebbe non essere l’unica grande a bussare a quella porta. Qualora si verificasse questo addio i bavaresi andrebbero alla ricerca del miglior sostituto possibile nel ruolo. Per acclamazione, il candidato che accontenterebbe qualsiasi allenatore vada ad ereditare la panchina di Tuchel, è inevitabilmente Theo Hernandez.
A proposito del francese è indiscutibile sia lo spirito di appartenenza che dimostra nei confronti del Milan, e la reciprocità della volontà di proseguire insieme il percorso di crescita. La solidità economica dei rossoneri mette al riparo da sorprese, ma dalla Baviera in caso di partenza del loro gioiello, un tentativo verso via Aldo Rossi verrà fatto senza ombra di dubbio

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