Nel gioco degli equilibri instabili che è l’attuale corsa al vertice del tennis mondiale, Carlos Alcaraz continua a ballare tra le luci e le ombre.
Dopo la convincente vittoria a Monte Carlo, il giovane spagnolo sembrava pronto per imporsi definitivamente sulla stagione su terra rossa. Invece, il torneo di Barcellona ha raccontato tutta un’altra storia: una finale spenta, dominata da un ritrovato Holger Rune, che ha colto l’occasione per rilanciarsi e spezzare l’entusiasmo del pubblico catalano. Il bilancio di Alcaraz nel 2025 parla chiaro: ha vinto solo a Rotterdam a inizio anno e poi a Monte Carlo, ma nei tornei più ravvicinati la continuità è venuta a mancare.
A Barcellona, il numero 2 del mondo è stato ridimensionato, sia dal risultato in campo che dagli effetti nel ranking: la sconfitta gli è costata il secondo posto nella classifica ATP, superato nuovamente da Alexander Zverev, trionfatore a Monaco. Con lo sguardo già rivolto a Madrid, dove l’assenza per un fastidio muscolare è tutt’altro che improbabile, e con Roma e Roland Garros a breve distanza, Alcaraz si trova improvvisamente a dover fare i conti con un dettaglio troppo spesso trascurato: la gestione del proprio calendario. E secondo l’ex tennista, è proprio lì che si sta giocando la vera partita.
Panatta gela Alcaraz: “Non può riuscirci nemmeno lui”
Adriano Panatta, voce autorevole e spesso pungente, non ha risparmiato critiche alla gestione della carriera di Carlos Alcaraz. Nel corso dell’ultima puntata della Domenica Sportiva, l’ex campione del Roland Garros ha puntato il dito contro la programmazione del tennista spagnolo: “Ha deluso a Barcellona, e mi fa sorridere che poi si lamenti del fatto che i Masters 1000 durano due settimane. Ma se non si ferma mai, cosa si aspetta?”.

Secondo Panatta – questi ragazzi non si fermano mai. Giocano ogni settimana, ogni giorno tirano a tutta, fanno un tennis fisico e veloce. E poi si stupiscono se si fanno male. Non può riuscirci nemmeno uno come Alcaraz, che ha un fisico pazzesco. L’ex capitano azzurro di Coppa Davis non ha dubbi: “Arrivati a certi livelli, bisognerebbe puntare su Slam e Masters 1000, non infilarsi ovunque”. E qui si innesta perfettamente la posizione di Jannik Sinner, che in tempi non sospetti aveva replicato proprio ad Alcaraz sottolineando che “nessuno ti obbliga a giocare sempre”. La bagarre è aperta, il dibattito anche. Ma la sensazione è che a vincere non sarà chi gioca di più, ma chi saprà scegliere meglio.