Ci sono atleti che lasciano il segno per i loro trofei, per i numeri, per i record scritti su statistiche e almanacchi. E poi ci sono quelli come Alex Zanardi, che scolpiscono la loro grandezza nelle coscienze collettive.
Campione prima in pista e poi nella vita, Zanardi è diventato simbolo di resilienza, speranza e rinascita, trasformando il dolore in energia e la disabilità in un inno alla vita.Dopo il terribile incidente in cui ha perso entrambe le gambe, la sua non è stata una semplice riabilitazione: è stata una rinascita morale e sportiva, culminata in medaglie paralimpiche, maratone da protagonista, testimonianze che hanno scosso e ispirato milioni di persone. Ha raccontato la sua esperienza con una lucidità che ha travolto il mondo, mostrando che ogni limite può diventare un trampolino.

Zanardi ha mostrato che il dolore non è un punto d’arrivo, ma una fase da attraversare. E proprio mentre l’Italia e il mondo piangono la scomparsa di Papa Francesco, riaffiora un ricordo potente, legato a un altro periodo di sofferenza globale: la pandemia da Covid-19. Era il 2020 quando, nel pieno di quell’oscurità collettiva, un gesto arrivò inaspettato ma luminoso. Un gesto che disse molto su quanto Zanardi avesse toccato anche chi abitava le stanze più silenziose e spirituali del mondo.
Commozione Zanardi, Papa Francesco: “Hai insegnato a viver la vita”
Nel giugno del 2020, poco dopo il grave incidente che colpì ancora una volta Alex Zanardi durante una staffetta in handbike, Papa Francesco volle fargli sentire la sua vicinanza. E lo fece con una lettera pubblicata sulle colonne de La Gazzetta dello Sport: un gesto semplice ma potente, carico di spiritualità e umanità. Scrisse: “Carissimo Alessandro, la sua storia è un esempio di come riuscire a ripartire dopo uno stop improvviso. Attraverso lo sport hai insegnato a vivere la vita da protagonisti, facendo della disabilità una lezione di umanità… Prego per te… Grazie per aver dato forza a chi l’aveva perduta… In questo momento tanto doloroso le sono vicino, prego per lei e per la sua famiglia. Che il Signore la benedica e la Madonna la custodisca.”

Parole che non erano solo di conforto, ma di riconoscimento. Il Santo Padre, nel pieno di un mondo immobilizzato dalla paura del virus, scelse di rivolgersi pubblicamente a chi aveva dimostrato al mondo che nulla è impossibile. Una carezza spirituale che non solo confortò Zanardi e la sua famiglia, ma toccò anche chi leggeva, offrendo uno spiraglio di luce in un periodo buio. Oggi, ricordare quella lettera è ricordare due giganti del nostro tempo: un atleta che ha riscritto il significato della parola coraggio, e un Papa che ha saputo parlare al cuore dei popoli anche nei momenti più fragili.