Marc Marquez domina il Mondiale MotoGP, la sua velocità nasconde ancora un piccolo limite fisico che potrebbe fare la differenza.
Marc Marquez sta vivendo una stagione da assoluto protagonista. È tornato davanti a tutti, come ai vecchi tempi, con quella fame che lo ha sempre contraddistinto e un talento che, a quanto pare, non ha perso neppure un grammo. Il comando della classifica è saldo tra le sue mani, e non c’è curva o rettilineo che non confermi quanto la sua guida sia ancora una delle più spettacolari e letali dell’intera MotoGP.

Non è un caso se anche uno come Pecco Bagnaia, campione in carica e avversario diretto nella corsa al titolo, lo ha elogiato senza troppi giri di parole: “A Marquez puoi dare anche un trattore e va veloce lo stesso.” Una frase che dice tutto, in fondo. Perché quando uno come Bagnaia si lascia andare a dichiarazioni del genere, vuol dire che il rispetto è autentico.
Marquez: la confessione del capotecnico
Eppure, qualcosa non torna. O meglio, c’è un dettaglio che, sotto la superficie luccicante dei risultati, inizia a far parlare. Non è una questione di velocità pura, né di strategia. È qualcosa di più nascosto, che solo chi lavora accanto a Marc ogni giorno può notare. Un piccolo punto debole che, se sfruttato dagli avversari, potrebbe riaprire un campionato che per ora sembra avere un solo padrone.

Infatti, è stato il capotecnico di Marquez, Frankie Carchedi Rigamonti, a svelare ciò che finora era rimasto nel silenzio del box. Un dettaglio tecnico, sì, ma anche umano, perché legato a ciò che Marc ha passato negli ultimi anni. L’infortunio al braccio destro, quello che lo ha tenuto lontano dalle piste e messo in discussione come pilota, non è del tutto superato. Rigamonti ha raccontato che proprio nelle curve a destra, il fuoriclasse spagnolo fatica un po’ di più. “Le curve a destra gli risultano un po’ più difficili. Mi ha detto che dopo l’infortunio al braccio è un po’ peggiorato in questo, gli è sempre costato fatica, ma ora è un po’ peggiorato. Se anche nelle curve a destra fosse bravo come in quelle a sinistra, sarebbe imbattibile.”
Queste parole, senza ombra di dubbio, riaccendono il dibattito. Perché se è vero che Marquez riesce comunque a girare più veloce di tutti, allora cosa accadrebbe se quel piccolo limite venisse corretto? La sua superiorità potrebbe diventare totale, quasi disarmante per chiunque altro. Però, allo stesso tempo, è un indizio utile per chi sta cercando di trovare un varco, una debolezza da sfruttare. E in MotoGP, si sa, basta un decimo, una sbavatura, per far cambiare tutto.
Il campionato è ancora lungo, e se da una parte Marquez sembra avere in pugno la stagione, dall’altra questa rivelazione aggiunge un pizzico di suspense in più. Non è imbattibile, ma ci va molto vicino. E forse proprio questo lo rende ancora più affascinante.






