Una notizia clamorosa scuote lo sport italiano: snobba la Serie A con un secco rifiuto, e il sogno si spezza prima ancora di iniziare.
A volte certe storie sembrano già scritte, pronte a diventare leggenda prima ancora che si realizzino. L’aria era quella dei grandi annunci, delle svolte storiche, dei momenti che segnano un prima e un dopo.

Negli ambienti sportivi italiani non si parlava d’altro. Un nome, una panchina importante, una figura pronta a riscrivere le regole. Ma poi è arrivato il colpo di scena, inatteso e per certi versi quasi sconvolgente. Un “no” che ha spiazzato tutti, anche quelli che fino all’ultimo ci avevano creduto davvero.
Dice no alla Serie A, ecco perché
Nelle ultime quarantott’ore era esplosa una voce che aveva infiammato l’ambiente: Cinzia Zanotti, attuale allenatrice del Geas Sesto San Giovanni, era stata contattata dalla Germani Brescia, squadra di punta della Serie A maschile, con una proposta concreta per affidarle la panchina. Una mossa rivoluzionaria, che avrebbe segnato un passaggio epocale nella storia del basket italiano. Per la prima volta, una donna al comando tecnico di una squadra maschile nel massimo campionato. Un traguardo non solo simbolico, ma anche sportivo, tecnico, culturale.

Però il sogno si è interrotto prima ancora di prendere forma. Cinzia Zanotti ha declinato l’offerta, lasciando a bocca aperta addetti ai lavori, tifosi, commentatori e appassionati. Il motivo? Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali, solo il dato di fatto: la Serie A dovrà aspettare ancora per vedere una donna sedere su una delle sue panchine più prestigiose. Una scelta che, per quanto legittima e rispettabile, ha inevitabilmente il sapore di un’occasione mancata. E non solo per la Germani Brescia.
Zanotti è una delle figure più rispettate del basket femminile italiano. Con il Geas ha costruito un progetto solido, credibile, portando avanti una filosofia di gioco moderna e una gestione umana sempre riconosciuta come esemplare. Il suo profilo non era solo simbolico, ma tecnico. Una scelta di competenza, di qualità. E proprio per questo la sua risposta negativa pesa ancora di più. Perché sembrava finalmente arrivato il momento in cui non ci fosse più bisogno di distinguere tra uomo e donna, ma solo tra bravi e meno bravi.
Senza ombra di dubbio, la rinuncia di Zanotti lascia spazio a mille riflessioni. Sulle reali condizioni che il sistema sportivo italiano offre a chi rompe gli schemi. Sulla fatica di certe scelte. Sulle aspettative che diventano, forse, anche pressioni. Ma anche sulla consapevolezza che certe porte, per quanto socchiuse, devono essere aperte da dentro. E se ora la storia si è fermata qui, non è detto che domani non si possa scrivere un nuovo capitolo. Magari proprio con lei, magari altrove. Intanto la Serie A resta lì, ancora in attesa del suo momento storico.






