Nel calcio dei riflettori facili e delle etichette precoci, Seb Lœffen rappresenta una figura controcorrente. Difensore centrale classe 2004, nato a Weert nei Paesi Bassi, non ha (ancora) vissuto esordi roboanti né chiamate da copertina, ma ha costruito il suo percorso con sobrietà e un’idea ben chiara in mente: crescere, migliorare, tornare protagonista.
Dopo gli inizi nel settore giovanile del PSV, è stato il Sassuolo a intravedere in lui margini di sviluppo interessanti, accogliendolo nel proprio vivaio nel 2021. Con la Primavera neroverde, Lœffen ha totalizzato oltre 50 presenze, conquistando anche uno Scudetto di categoria e venendo nominato miglior difendore del torneo di Viareggio.

Il salto tra i professionisti, tuttavia, non è arrivato, nonostante diverse convocazioni in prima squadra e un esordio in amichevole. Così, nel 2024, il richiamo di casa ha prevalso: il passaggio all’Excelsior Rotterdam e il prestito allo Spakenburg hanno rappresentato una fase di transizione. Minuti nelle gambe, maggiore continuità, ma soprattutto tempo per riflettere.
Oggi, a 21 anni, Lœffen guarda di nuovo verso l’Italia. Con un bagaglio più maturo e la consapevolezza che, nel professionismo, nessuno regala nulla. Non cerca scorciatoie né etichette: desidera un’opportunità concreta per rimettersi in gioco in un contesto che conosce, che lo ha formato e dal quale sente di poter ancora imparare molto.
Non è un nome che fa rumore, ma ha tutti gli strumenti per essere utile. Serio, applicato, tatticamente ordinato, Lœffen può diventare una risorsa a basso profilo ma ad alto rendimento per quelle squadre italiane — in Serie C o tra le neopromosse di B — che cercano prospetti duttili e pronti a lavorare. Il suo futuro è ancora tutto da scrivere, ma dipenderà anche dalla capacità di chi osserva di non fermarsi alle apparenze. Perché, in un calcio che corre, chi cresce piano può arrivare lontano.






