Flavio Cobolli incanta Wimbledon 2025 e intanto riceve un riconoscimento inaspettato che lascia tutta Italia senza parole.
Ci sono momenti in cui uno sportivo smette di essere una semplice promessa e diventa qualcosa di più. Un simbolo, un volto nuovo che racconta un’altra idea di talento, più silenziosa, meno urlata, ma forse proprio per questo più autentica.

E infatti è quello che sta accadendo a Flavio Cobolli, il tennista romano classe 2002, protagonista di un percorso straordinario a Wimbledon 2025. Un torneo che, per lui, ha il sapore della svolta, della consacrazione.
Cobolli notizia inaspettata, l’Italia non ci crede
Match dopo match, punto dopo punto, Flavio si è preso la scena in punta di piedi, con quello stile tutto suo, elegante, misurato, ma allo stesso tempo letale. Nel frattempo, però, è arrivata una notizia che nessuno si aspettava. Una di quelle che fanno rumore anche lontano dai campi, perché vanno oltre il risultato sportivo. Il New York Times, testata tra le più autorevoli e severe del panorama mondiale, ha dedicato a Cobolli un ritratto dettagliato, intenso, persino poetico.
Un riconoscimento raro, che in passato è stato riservato solo ai grandi nomi del tennis internazionale. E non è tanto il contenuto dell’articolo a colpire, quanto il fatto stesso che sia stato scritto. Perché il Times non fa sconti a nessuno, e se decide di raccontarti vuol dire che qualcosa, dentro o fuori dal campo, ha davvero lasciato il segno.

Il pezzo parte da un presupposto che può sembrare scontato per noi italiani, ma non lo è affatto per chi guarda da oltreoceano: Cobolli è diverso. Diverso nel modo di porsi, nel modo di stare in campo, nel modo in cui vive il tennis. Non urla, non spacca racchette, non cerca il riflettore. Parla con un tono di voce soft, come scrive il giornalista americano, e preferisce il sorriso alla tensione. Un carattere che spiazza, soprattutto in un ambiente dove la pressione spesso schiaccia e la rabbia è quasi una moneta corrente.
Il ritratto svela anche qualche retroscena interessante, come l’amicizia con Carlos Alcaraz, fatta di scherzi, stima reciproca e sfide silenziose. Ma anche un passato da calciatore, con un’esperienza nelle giovanili della Roma, che avrebbe potuto cambiare il suo destino. E invece, per fortuna, ha scelto la racchetta. E adesso, con Wimbledon come palcoscenico, sta raccogliendo i frutti di una crescita costante, fatta più di lavoro che di clamore.
Il fatto che a raccontarlo sia il New York Times dice tutto: Cobolli non è più una sorpresa. È un giocatore che ha qualcosa da dire, non solo con il dritto e il rovescio, ma anche con la sua personalità sottile, non scontata. E mentre l’Italia sogna un’altra impresa sull’erba, il mondo comincia finalmente ad accorgersi di lui.






