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“Stanno esagerando”: scoppia il caso al Tour de France

Il Tour de France entra nel vivo e i big iniziano a scoprirsi: scintille in classifica e tensioni fuori dalla corsa, scoppia un vero caso.

Senza ombra di dubbio, è in questa fase centrale che il Tour de France comincia a mostrare i suoi veri colori. Le gambe cominciano a pesare, le strategie si affinano e i grandi nomi iniziano a fare sul serio. Si corre per il podio, certo, ma anche per mandare messaggi agli avversari, mostrare forza, resistenza e tenacia.

Tour de France il caso Vingegaard
Scoppia un caso al Tour de France, tifosi increduli (Foto IG @jonasvingegaard – sportitalia.it)

E infatti, tappa dopo tappa, le dinamiche di gruppo si trasformano: da alleanze a rivalità, da compagni di fuga a nemici giurati. Pogacar è sempre lì, con la sua espressione apparentemente rilassata ma con la mente concentrata come un laser.

Scoppia il caso Tour de France, tifosi increduli

Chi osserva Pogacar da vicino lo sa bene: ogni suo scatto ha un significato, ogni suo attacco è calcolato. Van der Poel, dal canto suo, continua a regalare spettacolo. Il suo modo di correre è puro istinto, potenza allo stato grezzo. Non è un corridore che si risparmia, anzi: attacca, rischia, anima le tappe. Gli occhi, però, sono inevitabilmente puntati anche su Jonas Vingegaard. Nella tappa di ieri si è piazzato al terzo posto, stesso gradino che occupa in classifica generale. Un piazzamento che, tutto sommato, lo tiene ancora pienamente in gioco per la maglia gialla.

Tour de France squadra Vingegaard
Vingegaard per lui un vero caso al Tour de France, interviene la moglie (Foto IG @jonasvingegaard – sportitalia.it)

Eppure, non tutto è come sembra. Dietro il sorriso tirato di Vingegaard si nasconde una tensione che, nelle ultime ore, è esplosa in maniera del tutto inaspettata. A scuotere il Tour non è stato un ritiro clamoroso né una caduta in corsa, ma un messaggio arrivato dall’esterno, da casa. È Trine Hansen, sua moglie, a rompere il silenzio con parole che hanno fatto il giro del mondo in poche ore. “La squadra lo sta spingendo troppo oltre – ha dichiarato – ha bisogno di stare a casa in Danimarca, con noi, per sentirsi veramente se stesso”.

Un attacco frontale, che suona quasi come una richiesta d’aiuto. Un segnale forte, di certo non casuale, arrivato nel momento in cui Vingegaard si gioca tutto sul piano sportivo. La Visma, ovviamente, ha cercato subito di contenere l’effetto deflagrante di queste dichiarazioni. I portavoce del team hanno parlato di un’atmosfera serena all’interno della squadra, sottolineando quanto ogni decisione venga condivisa tra staff e corridore. Ma la sensazione è che qualcosa, in realtà, si sia incrinato.

Anche Jonas ha provato a gettare acqua sul fuoco, ma le sue parole lasciano comunque trasparire una certa fatica mentale. “Continuo a pedalare e non ho ancora avuto un esaurimento nervoso” ha detto, cercando di restare diplomatico. Tuttavia, quel “non ancora” suona più come un campanello d’allarme che come una battuta.

Intanto, la corsa va avanti e le montagne si avvicinano. Le prossime tappe saranno decisive, e lì non ci sarà spazio per le esitazioni. Però, la questione mentale non è da sottovalutare. In un Tour sempre più fisico, stressante, logorante, anche il più piccolo cedimento può fare la differenza tra il trionfo e il crollo. E adesso, oltre alle salite e agli attacchi, Vingegaard dovrà fare i conti anche con quello che accade fuori dalla strada, dentro casa sua.

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