Per raccontare Alex Zanardi non bastano i titoli, i trofei o le cronache dei giornali. Servirebbe un vocabolario nuovo, fatto di parole che vadano oltre la velocità, la tecnica o l’agonismo.
Servirebbe parlare di resilienza, ispirazione, rinascita. Perché la carriera dell’ex pilota bolognese è una delle più incredibili del panorama sportivo mondiale, in grado di travalicare i confini dello sport e toccare corde più profonde, umane. Campione in pista sin dagli esordi, Zanardi si era affermato tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta nelle categorie propedeutiche della Formula 3000 e nella Formula 1, guidando per team come Lotus, Minardi e Williams. Ma il suo vero successo arrivò in CART, negli Stati Uniti, dove vinse due titoli consecutivi nel 1997 e nel 1998 con il team Ganassi. Fu lì che divenne un idolo per il pubblico americano, grazie al suo stile di guida spettacolare e al celebre sorpasso “all’italiana”.

La vita di Alex Zanardi cambiò per sempre il 15 settembre 2001, quando un terribile incidente sul circuito del Lausitzring, in Germania, gli costò l’amputazione di entrambe le gambe. Ma quel giorno non segnò la fine, bensì l’inizio di un secondo atto ancora più straordinario. Dopo un lungo e doloroso recupero, Zanardi tornò a correre: prima nelle auto con le BMW adattate, poi reinventandosi come atleta paralimpico, specializzandosi nell’handbike. Vinse quattro medaglie d’oro ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016, diventando simbolo di tenacia e determinazione per milioni di persone.
Zanardi, Il tributo eterno a un’icona senza tempo
Nonostante il secondo drammatico incidente nel giugno 2020, durante una staffetta benefica in handbike, che lo ha tenuto lontano dalla vita pubblica e costretto a un lungo e delicato percorso di riabilitazione, il nome di Alex Zanardi continua a risuonare con forza. Non c’è giorno in cui il suo esempio non venga citato, celebrato, omaggiato. Lo dimostrano anche i social, dove tributi spontanei emergono ciclicamente: montaggi video, citazioni delle sue frasi più toccanti, immagini delle sue imprese, e spezzoni dei suoi sorrisi mai piegati.

Ogni clip che raccoglie i momenti più iconici della sua vita – dai sorpassi in pista ai trionfi paralimpici, fino agli abbracci con i tifosi – è un piccolo documentario sulla capacità umana di risorgere. I suoi gesti, le sue parole, la sua ironia non sono stati dimenticati, ma si sono trasformati in patrimonio collettivo, trasversale a generazioni e discipline. Zanardi è diventato più di un atleta: è un simbolo di speranza, un manifesto vivente di quanto si possa fare anche dopo che tutto sembra perduto. Ecco perché, ogni volta che sui social appare il suo volto o si sente la sua voce, si ha l’impressione che Alex non abbia mai davvero lasciato quella corsia centrale della vita. Corre ancora, anche se in modo diverso. Corre nel cuore di chi lo guarda, lo ricorda, lo celebra, come nel video che di recente un utente di X ha condiviso col mondo: si parla di Alex e dei suoi sorrisi che raccontano di un uomo che ha saputo trovare l’ottimismo anche nelle tragedie.
L💖ve Alex @lxznr Zanardi
Forever … & ever 💞💋💯#AlexZanardi #Zanardi ♥️ pic.twitter.com/lh7FvnhNKb— Stefania (@Stefy71nek) July 5, 2025






