Il volto sereno di Jannik Sinner a fine partita è il migliore manifesto possibile per un quarto di finale condotto con autorità e intelligenza, ma anche per smentire giorni di illazioni e tensioni attorno alle sue condizioni fisiche.
Sul Centrale di Wimbledon, il numero uno del mondo ha regolato Ben Shelton in tre set – 7-6(2), 6-4, 6-4 – conquistando la semifinale del torneo londinese e guadagnando punti fondamentali nel ranking. Un risultato che vale anche un traguardo statistico da predestinato: Sinner è il più giovane giocatore a raggiungere quattro semifinali consecutive negli Slam dai tempi di Rafael Nadal nel 2008.

Eppure, quella contro Shelton sembrava alla vigilia una montagna difficile da scalare, non tanto per i valori tecnici in campo, quanto per le incognite che aleggiavano sul fisico dell’azzurro. Dal match degli ottavi contro Grigor Dimitrov, chiuso con il ritiro del bulgaro, Sinner aveva mostrato evidenti problemi al gomito destro, lo stesso che ha richiesto una protezione visibile nel corso del match vinto contro l’americano. Il forfait a un allenamento programmato e il successivo test di appena venti minuti avevano generato preoccupazione. Qualcuno aveva persino ipotizzato un ritiro prima di scendere in campo. Ma Jannik Sinner ha risposto sul campo, con la forza del suo tennis e con l’equilibrio mentale che ormai lo contraddistingue tra i big del circuito.
Wimbledon, Sinner chiarisce: “Mai pensato al ritiro. Non volevo attenzioni inutili”
In conferenza stampa, l’altoatesino ha affrontato senza giri di parole le voci che lo davano in dubbio per la sfida contro Shelton. Non ho mai pensato al ritiro, per farlo in uno Slam serve davvero qualcosa di grave. Ho sempre avuto in mente di giocare, anche se il momento non era semplice – ha dichiarato. Un chiarimento che spegne i rumors, ma che sottolinea anche quanto delicata fosse la gestione del suo fisico nei giorni precedenti al match. Sulla scelta di mantenere il riserbo assoluto, Sinner ha spiegato con serenità la sua posizione: “A volte preferisco tenere le cose per me. Non voglio creare attenzioni inutili attorno a una situazione che posso gestire internamente”. E infatti, con il gomito fasciato e un manicotto a proteggerlo, il tennista si è sentito sicuro: “Con la protezione mi sono trovato bene. Sotto c’era anche il taping”.

Curiosa e sincera anche la sua ammissione riguardo un confronto interno al team: “I miei allenatori mi avevano detto di non allenarmi, ma io volevo comunque provare qualcosa, così abbiamo fatto una sessione di una ventina di minuti”. Una dimostrazione ulteriore della sua determinazione. Con questa vittoria, Sinner non solo approda in semifinale, ma aumenta il distacco in classifica su Carlos Alcaraz, consolidando la leadership ATP. Ora lo attende la sfida più dura: Novak Djokovic, l’ultimo superstite dei Big Three, sarà il suo avversario per un posto nella finale. E se il gomito terrà, Jannik ha tutte le carte in regola per continuare a scrivere la sua leggenda.






