Nessuna pace per Sinner, a Wimbledon ritorna il caso doping, i tifosi increduli davanti a quanto sta accadendo.
Alla vigilia della semifinale di Wimbledon tra Jannik Sinner e Novak Djokovic, quello che doveva essere un grande momento di sport si è trasformato in un caso mediatico internazionale. Tutto è partito da un editoriale pubblicato dal Daily Mail, a firma di Oliver Holt, che con toni durissimi ha rimesso in discussione l’integrità del tennista italiano.

Holt ha dichiarato che chi crede nello sport pulito dovrebbe sperare in una vittoria di Djokovic. Una frase che ha fatto subito il giro del mondo e che, senza ombra di dubbio, ha riaperto una ferita che sembrava ormai chiusa: quella legata alla vicenda del Clostebol.
Sinner sotto attacco a Wimbledon: si parla ancora di doping
Il riferimento è a un episodio passato, quando Sinner risultò positivo a una quantità minima di questa sostanza proibita. La questione, all’epoca, fu chiarita in tempi rapidi dalla WADA: si trattava di una contaminazione accidentale, non c’era alcuna intenzionalità né dolo, ma semplicemente un errore tecnico nella gestione da parte del suo team. Eppure, nonostante questo, il giornalista britannico ha deciso di tornare sul caso, suggerendo che l’ombra del dubbio dovrebbe ancora pesare sul tennista azzurro. Un’uscita che ha fatto storcere il naso a molti, in primis alla stampa italiana, che ha bollato il pezzo come scorretto e tendenzioso.

Infatti, il tempismo di questa provocazione appare tutt’altro che casuale. Proprio mentre Djokovic annulla l’allenamento pre-partita – segno che qualche acciacco fisico c’è – e Sinner arriva alla semifinale con un problema al gomito ma in ottima forma mentale, scoppia questa polemica che rischia di spostare l’attenzione dal campo al fango. Però è chiaro che certe dinamiche mediatiche, soprattutto in un evento globale come Wimbledon, finiscono per avere un impatto, anche psicologico, sugli atleti.
Va detto anche che Elvis Holt non è nuovo a commenti forti, però questa volta ha forse superato il limite tra la legittima opinione e il linciaggio mediatico. Il riferimento a “sport pulito” è un’accusa pesante, che stride con quanto accertato dagli organi ufficiali. Non ci sono state squalifiche, né sospensioni, né alcun elemento che possa far pensare a un comportamento scorretto da parte di Sinner. Solo una vicenda chiusa, che adesso ritorna con un tono più adatto a una campagna scandalistica che a un’analisi sportiva.
Chi conosce Sinner sa bene quanto sia riservato, rispettoso e concentrato. Il suo approccio è tutto tranne che arrogante o costruito. Anzi, proprio la sua sobrietà è uno dei motivi per cui è così amato, anche al di fuori del campo. In un tennis sempre più fatto di personalità mediatiche, lui ha scelto di parlare poco e lavorare tanto. Ed è forse anche questo che dà fastidio a qualcuno: l’idea che si possa arrivare in alto senza costruzioni artificiali.
Alla fine, il verdetto lo darà il campo, come sempre. Djokovic è un avversario durissimo, uno dei più grandi della storia. Ma questa semifinale, ora, ha assunto un valore simbolico ancora più forte. Perché, nel bene o nel male, chi scende in campo porta con sé anche tutto quello che accade fuori. E se c’è una cosa certa, è che le provocazioni non fanno altro che rendere ancora più evidente la forza e la compostezza con cui Sinner sta affrontando il peso della grandezza.






