La situazione in casa Ferrari appare tutt’altro che serena e in tanti sono finiti sotto osservazione. Leclerc non può nasconderlo e sbotta.
Un risultato che ha colto di sorpresa molti, mettendo a fuoco nuove dinamiche interne. Nonostante questo exploit, la serenità non regna a Maranello: in campo tecnico alcune scelte strategiche stanno sollevando dubbi tra i piloti e i tecnici. Leclerc, autentico riferimento della squadra, ha centrato quattro podi in questa stagione, confermando il proprio rendimento costante. Tuttavia, la pressione per tornare a vincere appare crescente, e la gestione della monoposto attuale non sembra andare di pari passo con le aspettative. L’assetto, l’aerodinamica e soprattutto l’efficienza del pacchetto telaio–sospensioni continuano a essere oggetto di studio, con ritardi e aggiustamenti che isolano aumentano il carico di lavoro nelle aree tecniche.
In parallelo, il team principal Frédéric Vasseur continua a essere sotto osservazione. La sensazione è quella di un gruppo in equilibrio precario, dove la ricerca dell’immediato rischio di rallentare l’innovazione più decisiva, quella del 2026. Al di là del risultato inglese, si avverte un senso di urgenza crescente. Il prossimo ciclo di gare, da Spa a Monza, si avvia come banco di prova non solo per punti in classifica, ma anche per la coesione del team, la chiarezza delle linee guida tecniche, e l’allineamento tra leadership e squadre operative. Insomma: la Ferrari non può più permettersi di tergiversare.
Test 2026: Leclerc spietato con la vettura: “Probabilmente la odierò”
Nel frattempo, a Maranello è iniziato il lavoro sul 2026, ed è proprio qui che stanno emergendo segnali chiari di discontinuità. Charles Leclerc ha voluto sottolinearne l’impronta in poche parole colorite: “Se non saremo competitivi, probabilmente le odierò!” Una dichiarazione che mette in evidenza non tanto un disprezzo tecnicamente raffinato, quanto l’intensità emotiva che la nuova macchina, nelle prime uscite al simulatore, ha suscitato in lui. La sfida è più complessa del previsto: le monoposto 2026, più leggere, compatte e dotate di aerodinamica attiva, sembrano meno coinvolgenti da guidare. Leclerc ha ammesso che “il nuovo regolamento, l’ossessione per il recupero di energia” riduce il piacere di guida, compresa una sensazione tecnica percepita come meno stimolante rispetto alla vettura attuale. Una fase di adattamento che potrebbe rivelarsi decisiva nelle prime curve dell’anno venturo.

La presenza di Hamilton, pur rappresentando un valore aggiunto, non è bastata a riportare tranquillità. Lo stesso inglese, impegnato nei test del simulatore e concentrato sulle sospensioni, ha definito il 2026 come la sua “priorità principale” e “il miglior anno di sempre”. Parole che suonano come un monito: la stagione prossima potrebbe essere una stagione di revisione tattica e simbolico somiglianza. Nonostante il lavoro incalzante negli ultimi giorni, l’equilibrio resta incerto. Leclerc – pilota formato in Ferrari – avrebbe preferito condizioni di guida più coinvolgenti, e la sua sincerità può rappresentare un campanello di allarme: nel paddock, un pilota che parla con passione della macchina che “odia”, non mette sul piatto un semplice parere, ma un’istanza sulla direzione tecnologica da intraprendere.






