Ogni campione ha il suo dramma e anche Marc Marquez non è immune allo scontro con la crudezza della vita. Il campione lo ha ammesso personalmente…
Marc Marquez sta vivendo una delle stagioni più impressionanti della sua carriera. Al termine della Sprint di Brno ha collezionato l’11ª vittoria su 12 gare disputate, ampliando il suo vantaggio iridato a 95 punti sul fratello Alex Marquez (356 contro 261). Il suo stato di grazia emerge anche nella capacità gestionale: strategicamente ha mantenuto il controllo in pista, pur rischiando penalità per la gestione delle pressioni pneumatici. Guardando più a lungo termine, il numero 93 ha accumulato già 7 vittorie in altrettante gare 2025 in MotoGP, con un exploit costante che lo conferma al vertice. In questa stagione ha raccolto l’84,52% dei punti disponibili, superando persino la media della sua storica annata 2014 (83,63%).
A livello di carriera conta 69 vittorie in MotoGP, 73 pole position e 120 podi, con un totale di 3362 punti: un percorso che lo colloca tra i più grandi della storia. I suoi sei titoli tra il 2013 e il 2019, uniti ai successi in Moto2 e 125, lo rendono un autentico dominatore delle due ruote. Insomma, a cinque anni di distanza dall’infortunio drammatico di Jerez 2020, Marquez ha riconquistato forma, fiducia e stabilità, e oggi guida il mondiale con uno strapotere che non ammette repliche. Ma per ogni campione c’è un dramma che lo accompagna e lo spagnolo non può certo dimenticare Jerez.
Marquez torna su Jerez: “Errore più grande della mia carriera”
Cinque anni fa, il 19 luglio 2020, Marc subì un grave infortunio al braccio a Jerez, mentre era terzo e lottava per il podio. Di quel giorno oggi ricorda soprattutto le conseguenze: il rientro prematuro che lo portò a un calvario durato anni. Cinque anni fa ho avuto il mio incidente più grave, non in assoluto, ma per le scelte sbagliate che ho compiuto. Sono rientrato troppo presto e tutto è poi peggiorato sempre più – ha dichiarato a TNT Sport Marc Márquez. Il campione ha fatto tesoro di quella esperienza, tanto che il suo carattere ha subito un’evoluzione: “In quei tre o quattro anni in cui ho perso l’occasione di lottare per il mondiale, ho però imparato molto sulla mia vita personale e professionale. E dunque ha cambiato un po’ il mio carattere. Sono orgoglioso di continuare a crescere nella vita.”

Pochi giorni prima aveva chiarito che il principale errore non era avvenuto in pista, ma nel rientro affrettato a Jerez: “È stato l’errore più grande della mia carriera sportiva… avevo l’ok dei dottori, ma a posteriori… in qualche mese – quattro o cinque – mi sarei ripreso. Invece me lo sono trascinato per tre anni.” Parole che lasciano pochi dubbi: quella scelta, dettata da pressioni e fretta, ha imposto a Marquez una lunga via crucis fatta di interventi chirurgici, cadute e difficoltà. Ma allo stesso tempo lo hanno temprato: oggi il pilota è più forte, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Un campione rinato, che ha dovuto fare i conti con le sue decisioni più fragili per diventare, ancora una volta, un dominatore. Marquez ha saputo trasformare un momento buio in una rinascita: il suo attuale dominio indica che la maturazione ha pagato.






