
Anche Cristian Chivu, tecnico dell’Inter, è intervenuto in conferenza per presentare la nuova stagione nerazzurra al fianco del presidente Beppe Marotta.
Prima stagione alla guida dell’Inter. Con quale spirito si riparte?
“Con lo spirito giusto per mantenere e rimanere una squadra competitiva che è l’obiettivo di tutti noi. Le aspettative sono le stesse da quando questa squadra è nata, ovvero quelle di essere competitivi sempre, di dare identità, mantenere lealtà e passione per arrivare al raggiungimento degli obiettivi”.
Calhanoglu parentesi risolta. Quanto può agevolare il suo lavoro avendo un gruppo così forte?
“Credo che la testimonianza di ciò che questo gruppo ha fatto negli ultimi anni sia il risultato di ciò che abbiamo ottenuto in questo periodo. Una squadra vincente che arriva a giocare due finali di Champions, una di Europa League, è testimonianza di un gruppo solido”.
Come sarà il calcio di Chivu?
“Questi sono numeri e rimangono tali. Sono i principi quello che contano e la nostra intenzione è quella di essere aggressivi, verticali ed equilibrati e di ottenere i risultati attraverso quelli che sono i momenti di una partita e di una stagione”.
La volontà di ripartire di quest’anno potrà essere simile a quella dopo Istanbul?
“Non guardiamo mai indietro e al passato. Non vogliamo prenderci nessuna rivincita, ma pensiamo al presente per costruire il futuro. Abbiamo ereditato una situazione costruita negli anni in cui l’Inter è stata sempre ai vertici e abbiamo l’obbligo di mantenerla a prescindere da ciò che si riesce ad ottenere a fine stagione, inteso come titoli vinti o meno. Faremo del nostro meglio dando il massimo per raggiungere gli obiettivi, poi a parole è tutto semplice mentre con i fatti è tutto più difficile. Ma questo gruppo di giocatori ha dimostrato nel tempo che è unito e ha voglia di incidere e di rimanere ai vertici del calcio italiano, europeo e mondiale”.
Nella squadra del Triplete c’era un giocatore col caschetto in testa per difendere questi colori. Cosa chiederai ai tuoi giocatori?
“Chiedo e pretendo rispetto per il compagno, per sé stessi, per la società nella quale si gioca. Parte tutto da quello: dall’integrità e dalla voglia di superare tutto, dalla voglia di superare i momenti di fatica e non semplici da gestire. Questo gruppo ha dimostrato che sa farlo, che sa superare le atrocità perché solo così si può andare avanti e lottare per qualcosa di importante. Quello che è accaduto anche a noi all’epoca è stata una stagione di alti e bassi che bisogna saper sempre gestire”.
La tua Inter quale sarà?
“Noi non abbiamo bisogno di copiare nessuno, né di lanciare slogan. Vogliamo solo restare competitivi”.
L’Inter vuole cambiare a seconda delle partite?
“Sarà un’Inter che vorrà essere più imprevedibile e ibrida, e può farlo. Possiamo adattarci alle partite di calcio”.
Come hai gestito quello che è successo nel finale di stagione?
“Eravamo a Charlotte. È stata una discussione su cose successe e non dette. Sono cose che fanno parte di uno spogliatoio, di un gruppo che ha tanta voglia di vincere. Il gruppo ha bisogno ogni tanto di un po’ di chiarezza”.
Ha già lavorato con Pio Esposito e Giovanni Leoni, a livello umano cosa può dire?
“A livello umano sono tanta roba, tutti e due. Secondo me saranno il futuro del calcio italiano, e credo che voi giornalisti ve li godrete a lungo in Nazionale italiana. Per molti anni rappresenteranno la nazionale italiana di calcio”.






