Concentrato sugli allenamenti in vista di Cincinnati, Jannik Sinner non trova pace e deve fare i conti con vicende extra campo piuttosto spinose. Stavolta però, c’è di mezzo una possibile querela.
È agosto, ma per Jannik Sinner il tempo sembra essersi fermato a quella vicenda che aveva rischiato di macchiare l’immagine del suo 2025: il caso Clostebol. Una sostanza trovata in tracce infinitesimali e immediatamente contestualizzata, spiegata e chiarita. Eppure, anche dopo la piena assoluzione da parte dell’ITIA e la conferma della WADA sull’assenza di ogni responsabilità o violazione, la polemica continua a trascinarsi come un’ombra lunga sul suo percorso. Da maggio in poi, il rientro in campo di Sinner è stato brillante: vittorie convincenti, un crescendo culminato con il trionfo a Wimbledon, il primo di un italiano nello Slam londinese.
Eppure, paradossalmente, è stato proprio quel trionfo a riaccendere un certo veleno mediatico. La gestione dell’intera vicenda da parte delle autorità sportive internazionali ha lasciato spazio a chi cerca ancora oggi di insinuare il dubbio. Così, invece di parlare del lavoro mentale, della costanza, dell’evoluzione tecnica del campione altoatesino, qualcuno continua a battere sullo stesso chiodo. Ora, alla vigilia di Cincinnati, arriva un nuovo attacco, apparentemente anonimo, ma pubblico. E destinato forse a lasciare il terreno del semplice commento social per approdare in quello della giustizia ordinaria. Il contenuto è talmente violento da sollevare l’indignazione di molti. E tra questi anche un ex grande del tennis italiano.
Il tweet di Bertolucci e quella frase choc: “Ha consegnato il trofeo a un drogato”
“Querela in arrivo?”: è questo il messaggio pubblicato da Paolo Bertolucci su X, accompagnato da uno screen che ha immediatamente fatto il giro del web. L’immagine ritrae Kate Middleton, Principessa del Galles, sul centrale di Wimbledon durante la premiazione. A corredo, il commento di un utente, privo di filtri e carico di disprezzo: “Una povera donna che quest’anno è stata costretta a consegnare il trofeo di Wimbledon a un drogato (Sinner)”. Parole gravissime, inaccettabili, che attaccano Jannik Sinner non solo sul piano sportivo, ma anche umano e reputazionale. Il riferimento, neanche troppo velato, è alla vicenda del Clostebol, una sostanza anabolizzante il cui riscontro – risalente allo scorso anno – era stato ampiamente spiegato come contaminazione accidentale da pomata cicatrizzante.

Le indagini avevano stabilito inizialmente un pena pesante, ma poi hanno rivelato la totale non colpevolezza dell’atleta, riconosciuta ufficialmente da ITIA e WADA, con tanto di documentazione medica a supporto. Ma evidentemente, per alcuni, i pregiudizi valgono più dei fatti. L’intervento di Bertolucci, che ritrae direttamente l’autore del commento e ne espone la gravità, è una presa di posizione netta: un invito a non far passare in silenzio insulti simili. E soprattutto, un monito chiaro a chi, dietro uno schermo, crede di poter infangare impunemente il nome di un professionista che ha già chiarito tutto, nei luoghi e nei modi opportuni.






