Nessuno meglio di Toto Wolff può capire cosa passi per la testa di Lewis Hamilton in questi mesi tremendi. Ecco che cosa è emerso.
Ormai è diventato un mantra ripeterlo, un mantra che agli appassionati di Formula Uno non piace ascoltare: la stagione di Lewis Hamilton in Ferrari, salvo miracoli e recuperi dell’ultima fase che in ogni caso, non cambierebbero di molto le forze in campo visti i punti accumulati da Verstappen e dalla coppia Norris-Piastri, è un completo flop che forse, non ci saremmo aspettati.

Come è possibile che un pilota che ha vinto sette titoli mondiali in carriera sia passato dalle prestazioni comunque discrete in Mercedes lo scorso anno ad arrivare dodicesimo in una gara oggettivamente non impossibile da dominare a zero punti? E a performare peggio del meno esperto – e titolato – compagno di squadra che quantomeno, qualche gara a podio l’ha chiusa?
Dire che Hamilton è in fase calante non è sufficiente per riassumere quella che sembra davvero una crisi personale difficile da affrontare o, più probabilmente, una mancanza di intesa con il nuovo team, al punto che anche i vecchi collaboratori di Lewis con cui il pilota britannico ha vinto tutto il possibile dicono la loro. E non sono parole tenere.
Hamilton non è più lo stesso, il verdetto
Con Hamilton, il manager austriaco Toto Wolff ha vissuto la parte più bella delle rispettive carriere, quella che ha visto Mercedes al vertice dell’automobilismo sportivo mondiale. Quei giorni sono lontani, eppure per ammissione di entrambe parti, il rapporto tra il pilota inglese e il manager del team delle Frecce Argentate è rimasto solido e si è tramutato in un’amicizia sincera.

Questo non significa che, da figura paterna per i suoi piloti quale è sempre stata, Wolff non possa tirare le orecchie al suo pupillo come ha fatto in queste ore: “Hamilton deve semplicemente ricordarsi che è il GOAT, il più grande di tutti i tempi, e nessuno gli toglierà mai questo dato di fatto. Anche se un weekend, una gara o addirittura una stagione intera non va secondo i piani Lewis non si deve dimenticare che è il GOAT”, afferma Wolff sostenendo che il pilota abbia una crisi interiore sulle sue potenzialità.
Questo segue le brutali dichiarazioni di Hamilton dopo il GP dell’Hungaroring in cui l’inglese ha detto testualmente: “Così sono inutile e Ferrari dovrebbe cambiare pilota”. Più probabile che i problemi strutturali della squadra italiana vadano ben oltre ciò che Lewis può fare per risolverli. Ma sentire parole simili da un campione, come intuisce Wolff stesso, non è comunque decoroso.






