C’è grande attesa per rivedere Sinner in campi dopo l’infortunio al gomito subito a Wimbledon. Il rischio del forfait a Cincinnati ha spaventato tutti, mettendo in discussione persino gli Us Open.
Dopo il trionfo storico a Wimbledon, il ritorno in campo di Jannik Sinner era tutt’altro che scontato. L’altoatesino ha chiuso il torneo londinese con il trofeo tra le mani, ma anche con una vistosa fasciatura al gomito destro, che ha accompagnato le sue ultime tre partite, compresa la finale vinta contro Carlos Alcaraz. Un problema muscolare tenuto inizialmente nascosto, ma evidente agli occhi degli osservatori più attenti: durante gli scambi più intensi, il numero uno d’Italia mostrava segni di sofferenza, compensando il dolore con lucidità tattica e gestione del ritmo.

Per recuperare pienamente, Sinner ha deciso di saltare il primo appuntamento americano, il Masters 1000 di Toronto, dedicando giorni interi alla fisioterapia e ad allenamenti leggeri nel Principato di Montecarlo. L’obiettivo era chiaro: evitare ricadute e arrivare al meglio agli US Open, in programma dal 24 agosto al 7 settembre. La ripartenza è quindi fissata per il torneo di Cincinnati, il secondo 1000 su cemento dell’estate, dove l’altoatesino punta a difendere il titolo conquistato un anno fa contro Frances Tiafoe con il punteggio di 7-6(4), 6-2. Il rischio di forfait anche per Cincinnati era reale, ma alla fine Sinner ci sarà. Chi invece ha deciso di alzare bandiera bianca è un altro campionissimo. E il suo nome non lascia indifferenti.
Mistero Djokovic: salta anche Cincinnati e lo spettro si allunga sugli US Open
Non sarà della partita Novak Djokovic. Dopo aver già rinunciato a Toronto, il 24 volte campione Slam ha dato forfait anche per Cincinnati, confermando i timori di chi da settimane si interroga sulle sue condizioni fisiche e sulla reale voglia di competere nel finale di stagione. Attualmente numero 6 del mondo, il serbo non gioca da Wimbledon, dove si è fermato in semifinale proprio contro Jannik Sinner, uscito vincitore con un netto 6-3, 6-3, 6-4. Quel match rappresenta ad oggi l’ultima apparizione ufficiale di Djokovic, che a Mason sarebbe dovuto scendere in campo da testa di serie numero 5. Il suo ritiro solleva dubbi anche sulla partecipazione agli US Open, e non è una questione da poco. Sul piano emotivo, l’assenza di Djokovic è un colpo pesante per il tennis mondiale: stiamo parlando di uno dei protagonisti assoluti dell’epoca moderna, capace di accendere ogni palcoscenico.

Sul piano sportivo, però, la sua rinuncia apre scenari interessanti: meno concorrenza per Sinner, Alcaraz, Zverev e gli altri big, e un tabellone che potrebbe diventare più agevole per chi punta alla vittoria finale. Intanto, a Cincinnati ci sarà una buona rappresentanza italiana. Oltre a Sinner, sono attesi Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli – reduce da un buon torneo a Toronto, dove è arrivato agli ottavi perdendo contro Ben Shelton – e Luciano Darderi. Le teste di serie assegnate agli azzurri confermano la crescita del movimento: Musetti partirà come numero 9, Cobolli come 16 e Darderi come 32. Senza Djokovic, i riflettori si spostano inevitabilmente su Sinner. A pochi giorni dal via, tutti si chiedono se l’altoatesino riuscirà a riprendere da dove aveva lasciato: vincendo.






