Bernie Ecclestone ricorda il giorno in cui ha rischiato di fare parte di una delle più grandi truffe della storia della Formula Uno. Poteva finire malissimo…
La Formula Uno è generalmente considerato uno sport per gentiluomini, uno in cui barare, infrangere il regolamento o fare in generale qualsiasi cosa che un gentiluomo non farebbe dentro o fuori dalla pista è considerato assurdo. Nonostante questo, ne abbiamo conosciuti di scandali e di piloti fuori dagli schemi, da quando è nato questo sport.

Negli anni, non in ordine preciso, abbiamo visto casi come il Crashgate, lo scandalo dei presunti progetti copiati a McLaren, un tentativo dei Narcos di entrare nel paddock con un pilota colombiano stroncato sul nascere e piloti usare stupefacenti, ubriacarsi anche poco prima di una gara e usare insulti e ingiurie in gara e fuori, fino ad arrivare a mettersi le mani addosso.
E poi, c’è stata la volta in cui – secondo la cronaca di Susan Atkins che ha scritto la sua biografia di recente – Bernie Ecclestone in persona avrebbe provato a mettersi alla guida di una monoposto di Formula Uno, una Connaught infrangendo il regolamento e mettendo in atto una vera e propria “truffa” verso le regole. Il numero uno della FIA ha raccontato la sua versione dei fatti ed è sconvolgente.
Quando Ecclestone piegò le regole
I fatti risalgono al 1958: tra il 1952 ed il 1959, la Connaught, piccola scuderia inglese che pochi ricordano, tentava di accedere ai Gran Premi ufficiali della F1 ma con scarso successo. In 17 gare condotte la squadra non ha mai ottenuto la misera soddisfazione di una vittoria. Le prestazioni delle auto erano così scadenti che Ecclestone stesso tentò di pilotare una delle auto di Rodney Clarke.

Ecclestone che ai tempi era un pilota tentò di salire sulla monoposto del collega Stuart Lewis-Evans il 18 maggio di quell’anno a Monaco: “Levati di mezzo, ci provo io, gli dissi”, il racconto del boss della F1 che però, a quanto pare, non riuscì nemmeno a mettere in moto l’auto, a differenza di quanto si dice, perché venne riconosciuto da Louis Chiron che era il direttore di gara.
“Mi riconobbe e sventolò la bandiera per segnalare che non potevo gareggiare al posto di Lewis-Evans. Finì tutto in una risata”, ricorda Ecclestone negando quindi di aver corso con l’auto. Un gesto che ai tempi era divertente ma che oggi, con tutte le telecamere e le regole che Ecclestone stesso ha contributo a mettere nel Circus, finirebbe malissimo. Una truffa in piena regola.






