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Pericolo in MotoGP, dramma sfiorato: paddock sconvolto

Anche se la MotoGP è uno sport pericoloso, i piloti non dovrebbero trovarsi in una situazione così critica. La protesta del dirigente del team è arrivata chiara e tonda. 

La MotoGP non è uno sport per stomaci deboli e nemmeno per persone che hanno paura di un ginocchio sbucciato o di un livido sul braccio. Cadere da una di quelle due ruote progettate specificamente per superare i 300 chilometri orari e per sfidare le leggi della meccanica significa mettere in conto di farsi male sul serio, e anche i piloti più abili come Marc Marquez o Valentino Rossi hanno spesso incontrato capitomboli davvero molto pericolosi.

MotoGP pericolo gravissimo
MotoGP, critiche sulla sicurezza (Instagram) – www.SportItalia.it

Pensiamo soltanto ai tanti incidenti a cui abbiamo assistito quest’anno, anche se il più drammatico resta quello in Qatar di Jorge Martin che ha ammesso con la stampa di aver pensato che sarebbe morto, quando la sua Aprilia è uscita di strada proiettandolo a terra e rompendogli ben dodici costole e forandogli un polmone. Roba da lasciarci davvero la pelle.

Non è un caso insomma che questo sport sia ritenuto ancora più pericoloso delle corse in auto. E non è per niente che organizzatori, costruttori e dirigenti della DORNA facciano del loro meglio per mettere i piloti in condizioni di sicurezza con tute rinforzare e regolamenti volti a proteggerli da cadute ed incidenti. Anche i circuiti però devono essere all’altezza e secondo un dirigente, non è stato così in almeno una gara stagionale.

Pericoli in pista. E Dall’Igna non ci sta

Quando una nuova pista viene inserita nel calendario della MotoGP, è sempre sotto le lenti e gli occhi vigili dei dirigenti dei team, giustamente preoccupati che i loro piloti non incontrino difficoltà o rischi eccessivi sul tracciato. Quella di Balaton in Ungheria, apparsa per la prima volta il fine settimana scorso, aveva già attirato critiche e perplessità, soprattutto per la sua conformazione “stravagante” a dire poco.

Luigi dall'Igna
Dall’Igna, preoccupazione per la sicurezza (Instagram) – www.SportItalia.it

Benché nel corso della gara che ha premiato ancora Marquez che si è portato a casa il 14esimo successo stagionale non si siano verificati episodi critici salvo un paio di cadute ed un cameraman che si è visto sfrecciare Acosta a pochi centimetri, diversi dirigenti delle squadre che hanno preso parte al Motomondiale hanno fatto notare che Balaton non è un circuito sicuro. Tra questi, anche la mente dietro il team Ducati Lenovo, Luigi Dall’Igna.

“Questa è una pista veramente complicata dove i sorpassi sono difficili e secondo me, se devo fare un appunto, la prima curva è veramente complicata”, spiega Dall’Igna appoggiato indirettamente da Acosta stesso che ha affermato di non essere riuscito a mantenere la calma al primo tornante di gara. ” Dopo la partenza, nella prima curva, i piloti devono effettivamente rischiare un po’ di più rispetto a quello che sarebbe normale, considerato che poi diventa veramente complicato superare”.

Secondo Dall’Igna per tenere il GP di Balaton nel calendario, urgono interventi importanti e la caduta del suo ex pilota Enea Bastianini in pista ne è la prova: Credo che complessivamente su questa pista ci sia qualcosa da rivedere, l’educata rimostranza del cruciale membro di Ducati agli organizzatori.

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