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Ritiro Sinner, è successo di nuovo: scoppia il finimondo

Jannik Sinner, numero uno al mondo e fresco vincitore di Wimbledon, si ritrova al centro di polemiche per il suo ritiro.

Il tennis italiano vive il suo momento d’oro grazie a Jannik Sinner, capace di conquistare lo Slam più prestigioso, quello di Wimbledon, e di prendersi con autorità la vetta del ranking mondiale. Il talento di San Candido ha cambiato la percezione del nostro tennis a livello internazionale, portandolo finalmente tra le grandi potenze.

Sinner ritiro a Cincinnati
Jannik Sinner in lacrime per il ritiro (Foto IG @janniksin – sportitalia.it)

Però, come spesso accade, più si sale in alto e più gli occhi del mondo diventano severi, pronti a scrutare ogni minimo dettaglio. E così, proprio Sinner, che sembrava intoccabile, è finito in questi giorni al centro di discussioni accese.

Ritiro Sinner: era già accaduto

Tutto nasce dal suo recente ritiro durante la finale del Masters 1000 di Cincinnati contro Carlos Alcaraz. L’altoatesino, colpito da un virus gastrointestinale, aveva comunque scelto di scendere in campo, consapevole che il pubblico attendeva con ansia l’ennesimo capitolo della rivalità più appassionante del tennis moderno. Senza ombra di dubbio, si trattava di un gesto di rispetto verso gli spettatori e verso lo sport, ma la sua condizione era già precaria sin dal riscaldamento.

In effetti, dopo appena 23 minuti e cinque game consecutivi persi, Sinner ha alzato bandiera bianca, preferendo non rischiare di compromettere ulteriormente la propria salute a pochi giorni dall’inizio degli US Open.

Ritiro di Sinner dal torneo
Sinner colpito da un virus si ritira (Foto IG @janniksin – sportitalia.it)

Il suo ritiro ha diviso gli appassionati: c’è chi ha apprezzato il coraggio di provarci comunque e chi invece ha ritenuto che sarebbe stato meglio non giocare affatto. A infiammare il dibattito ci ha pensato Adriano Panatta, che durante l’ultima puntata de La Domenica Sportiva ha raccontato la sua visione della vicenda. “A me è capitato qualche volta di stare male — ha detto — ma io non sono mai uscito dal campo. Non è una critica nei suoi confronti, io ero fatto così: magari perdevo 6-1, 6-1 e uscivo dal campo e basta. Io non riuscivo a uscire dal campo se non avevo finito”.

Parole che, inevitabilmente, hanno fatto discutere. Panatta non ha voluto attaccare direttamente Sinner, ma il confronto tra due epoche diverse ha alimentato la sensazione che la mentalità dei giocatori di oggi sia più attenta alla programmazione e alla salvaguardia della carriera. Una scelta comprensibile, se si considera quanto sia lungo e logorante il calendario attuale, però allo stesso tempo difficilmente paragonabile con lo spirito di sacrificio di un tempo.

Sinner, da parte sua, non ha replicato alle parole di Panatta, preferendo concentrarsi sul recupero fisico e sul prossimo obiettivo, che si chiama US Open. La rivalità con Alcaraz è solo rimandata, e senza ombra di dubbio tornerà presto a infiammare i campi da tennis di tutto il mondo. Perché se è vero che la polemica fa rumore, è altrettanto vero che oggi Jannik resta il punto di riferimento del movimento e l’uomo da battere ovunque giochi.

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