Il messaggio di Sinner è stato chiaro: Alcaraz non avrà per niente vita facile. L’altoatesino ha compito un’opera d’arte ed è arrivata la consacrazione inaspettata.
La vendetta sportiva di Jannik Sinner è stata rapida, feroce e senza appello. A Flushing Meadows, contro Alexander Bublik, il numero uno al mondo si è preso con gli interessi la rivincita della sconfitta subita ad Halle, dove il kazako lo aveva eliminato sorprendendo il circuito. Stavolta, sul cemento americano, non c’è stata partita: un triplo 6-1 che entra di diritto tra le vittorie più nette della carriera dell’azzurro e che conferma la sua straordinaria capacità di dominare quando trova continuità e fiducia. In appena un’ora e ventuno minuti, Sinner ha archiviato la pratica e si è proiettato ai quarti di finale degli US Open, arricchendo un dato statistico che racconta bene il suo strapotere: oltre cento i game già vinti in carriera con il punteggio secco di 6-1. Un marchio di fabbrica, segno della sua capacità di saper prendere subito le misure all’avversario e imporre un ritmo insostenibile.

La sfida con Bublik, attesa come un test per misurare la solidità mentale del campione altoatesino, si è trasformata in una dimostrazione di forza. Il messaggio è arrivato forte e chiaro anche a Carlos Alcaraz, l’altro grande rivale per il titolo: Sinner c’è, ed è pronto a prendersi la scena di New York. Il prossimo passo sarà il derby con Lorenzo Musetti, un quarto di finale storico che regalerà al tennis italiano la certezza di avere un azzurro in semifinale. Dopo l’incontro, Sinner si è mostrato soddisfatto e consapevole di aver compiuto un passo importante. Ma più che il punteggio o la facilità con cui ha superato il turno, a farlo sorridere è stato proprio il suo avversario.
US Open, Bublik incorona Sinner: “Tu sei the GOAT”
A fine partita, infatti, i microfoni hanno catturato un momento che ha fatto sorridere tutti. Rivolgendosi a Sinner, Alexander Bublik ha detto: “Io non sono male, ma tu sei ‘the goat’, il migliore di tutti i tempi”. Un complimento che ha colto l’azzurro di sorpresa, facendolo aprire in un sorriso genuino e leggero, quasi liberatorio dopo la concentrazione glaciale tenuta durante la gara. Parole che, al di là della battuta, raccontano molto del rispetto che Sinner si è guadagnato in questi mesi nel circuito. Non è solo il numero uno al mondo per la classifica, ma è diventato anche un punto di riferimento tecnico, l’avversario che tutti sanno di dover affrontare al massimo delle proprie possibilità. Bublik, giocatore dal talento estroso e dalla personalità imprevedibile, ha sintetizzato con poche parole un sentimento diffuso nello spogliatoio dei professionisti.

Il riconoscimento pubblico ha avuto un valore particolare: non è comune sentire un collega definire “GOAT” un giocatore della stessa generazione. Sinner ha incassato il complimento con la semplicità che lo contraddistingue, consapevole che la strada per entrare davvero nella leggenda è ancora lunga. Ma intanto, tra i sorrisi e gli applausi di Flushing Meadows, ha confermato di essere l’uomo da battere. Ora la parola passa al derby tricolore con Musetti, che porterà comunque un italiano in semifinale di uno Slam. Una certezza che fino a pochi anni fa sembrava utopia e che oggi, invece, è la normalità di un movimento che vive la sua età dell’oro.






