A New York non sono mancati certo colpi di scena e mentre Alcaraz e Djokovic si giocheranno la semifinale, la rivelazione delle ultime ore ha sconvolto gli US Open.
Gli US Open 2025 hanno regalato all’Italia un altro capitolo indimenticabile della sua nuova età dell’oro tennistica. Sul cemento di Flushing Meadows, infatti, il movimento azzurro ha trovato due protagonisti assoluti: Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, che si sono affrontati in un derby tricolore destinato a rimanere negli annali. Due percorsi differenti, due stili di gioco opposti, ma un unico grande segnale: il tennis italiano è ormai una presenza fissa ai massimi livelli. Per Musetti, in particolare, il torneo newyorkese rappresenta un momento di rinascita. Dopo la splendida cavalcata fino alla semifinale al Roland Garros, dove fu costretto al ritiro contro Carlos Alcaraz a causa di un problema fisico, il carrarino aveva faticato a ritrovare la brillantezza che lo aveva portato a sognare.

A New York, invece, ha mostrato una ritrovata lucidità, mettendo in campo talento e solidità mentale. La vittoria ottenuta contro lo spagnolo Jaume Munar ha avuto un’eco particolare: in Italia è stata accolta come la conferma della sua crescita, mentre in Spagna ha fatto discutere, proprio per le circostanze che hanno accompagnato l’incontro. Il successo di Musetti ha comunque certificato una cosa: insieme a Sinner rappresenta oggi il simbolo di un’Italia che ha smesso di accontentarsi delle comparse e che ambisce stabilmente a giocarsi semifinali e finali negli Slam.
US Open, in Spagna non ci stanno: “Munar non stava bene”
Se in Italia l’impresa di Lorenzo Musetti è stata celebrata come il ritorno a grandi livelli del talento di Carrara, in Spagna la lettura è stata molto diversa. Secondo diversi media iberici, infatti, il match contro Jaume Munar non sarebbe da considerare un vero banco di prova, perché il maiorchino avrebbe affrontato la partita in condizioni di salute precarie. Il quotidiano As è stato piuttosto netto: “Munar ha giocato debilitato, senza la freschezza che lo contraddistingue. La vittoria di Musetti non deve sorprendere, ma va inquadrata nel contesto delle difficoltà fisiche dello spagnolo”. In altre righe, il giornale ha persino ipotizzato che il giocatore avrebbe fatto meglio a rinunciare: “Forse Munar avrebbe dovuto fermarsi prima di scendere in campo. Non ha reso giustizia né a se stesso né all’incontro”.

Il dibattito si è acceso rapidamente, con alcuni commentatori convinti che la decisione di non ritirarsi abbia finito per togliere valore alla sfida. Un paragone è emerso quasi naturale: quello con Jannik Sinner, che poche settimane fa a Cincinnati aveva mostrato grande umiltà fermandosi in finale per non peggiorare le proprie condizioni fisiche. Il parallelismo ha diviso l’opinione pubblica, ma ha anche evidenziato quanto sia sottile il confine tra coraggio e incoscienza nel tennis moderno. Da un lato il desiderio di onorare il campo e il pubblico, dall’altro il rischio di compromettere la propria salute e di offrire un’immagine distorta del match. Al di là delle polemiche, resta un fatto: Musetti ha colto un risultato che lo rilancia, e se anche la vittoria è stata macchiata dalle condizioni di Munar, il segnale è chiaro. L’Italia, con lui e con Sinner, ha due alfieri che possono scrivere pagine importanti nella storia del tennis.






