
“Abbiamo giocato contro l’arbitro, la polizia e i raccattapalle”. Le parole di Samir Xaud, presidente della CBF, fotografano meglio di qualsiasi analisi l’atmosfera vissuta dal Brasile nella sconfitta di La Paz. Un match che per il numero uno del calcio verdeoro è stato falsato sin dall’episodio decisivo, il rigore assegnato dall’arbitro cileno Garay nel recupero del primo tempo. “Dal momento in cui lo hanno trasformato sapevamo che non si sarebbe più giocato – ha spiegato Xaud –. Il comportamento dei raccattapalle è stato vergognoso, quello della polizia truculento, e la delegazione boliviana si è distinta per un atteggiamento ostile. Oltre al fatto che non si può giocare a questa altitudine”.
La vittoria della Bolivia
La Bolivia ha vinto 1-0 grazie alla trasformazione di Miguelito e con questo successo ha scavalcato il Venezuela, conquistando il posto nei playoff mondiali. Un risultato che ha acceso inevitabilmente le polemiche, alimentate anche dai sospetti di intrecci politici, visto che la federazione boliviana è stata l’unica in Sudamerica a schierarsi pubblicamente a sostegno del presidente della Conmebol, Dominguez, figura molto contestata.
Diverso, ma non meno significativo, il registro scelto da Carlo Ancelotti. L’allenatore del Brasile, furioso a fine primo tempo mentre chiedeva spiegazioni all’arbitro, in conferenza stampa ha optato per l’ironia, lasciando intendere il proprio malcontento senza scivolare nell’attacco frontale. “La partita è stata speciale sotto tanti aspetti – ha dichiarato –. Il Var ha dato un rigore… ci sono cose che possono migliorare”. Poche parole, pronunciate con un sorriso amaro, che hanno detto molto più di quanto apparisse.
Il Brasile chiude così la peggior qualificazione della sua storia, quinto in classifica e con tanti interrogativi da risolvere. La Bolivia invece continua a inseguire il sogno mondiale, mentre il Venezuela rimane ancora escluso da quella ribalta che non ha mai raggiunto.






