La sconfitta agli US Open non ha scalfito minimamente le ambizioni di Jannik Sinner. L’altoatesino è pronto a tornare in testa al ranking, ma c’è un solo modo per farlo.
La finale degli US Open 2025 ha consegnato al tennis mondiale una fotografia potente: Carlos Alcaraz che alza il trofeo e riconquista il trono ATP, e Jannik Sinner che, dopo 65 settimane consecutive da numero uno, deve cedere lo scettro. Non un semplice cambio al vertice, ma la certificazione che la rivalità tra i due è destinata a segnare un’epoca. Il match di Flushing Meadows non ha lasciato grandi margini di interpretazione.
Lo spagnolo ha imposto il suo gioco con una ferocia impressionante, travolgendo l’altoatesino in tre set su quattro e lasciandogli appena il tempo di illudersi con un secondo parziale vinto. Troppo continuo e incisivo Alcaraz, capace di neutralizzare il servizio di Sinner e di rispondere colpo su colpo con una solidità da campione consumato.

Per l’azzurro, abituato a dominare gli scambi con il suo ritmo e la sua precisione, è stata una serata complicata: i numeri raccontano una partita quasi a senso unico, dove la freschezza e l’intensità del murciano hanno avuto la meglio. La sconfitta, però, non cancella quanto costruito da Sinner in questi mesi straordinari. Con 455 giorni di regno, è entrato a pieno titolo tra i grandi del tennis moderno, superando record e scrivendo pagine che resteranno negli annali. Ora il trono è sfuggito, ma non la possibilità di tornare presto a sedersi sul gradino più alto. L’azzurro ha già dimostrato più volte di sapersi rialzare, e con una stagione ancora lunga davanti non tutto è scritto.
La rincorsa di Jannik: missione quasi impossibile, ma non per lui
Il nuovo ranking ATP dice: Alcaraz primo con 11.540 punti, Sinner secondo a quota 10.780. Un divario di 760 punti che, sulla carta, sembra gestibile, ma il calendario racconta un’altra storia. Da qui a fine anno lo spagnolo avrà da difendere appena 950 punti, mentre l’italiano dovrà metterne in palio ben 2880. Una montagna da scalare, resa ancor più ripida dal livello di gioco espresso dal murciano negli Stati Uniti. Eppure uno spiraglio resta.
La squalifica di tre mesi per Clostebol, scontata in primavera, ha reso Sinner paradossalmente più “fresco” e pronto a giocare un finale di stagione più denso rispetto al 2024, quando scelse di limitare le apparizioni ai tornei di Pechino e Shanghai. Stavolta, oltre a confermare quelle due tappe in Asia, l’altoatesino potrebbe aggiungere il Masters 1000 di Parigi-Bercy e magari uno tra Vienna e Basilea, tornei indoor dove il suo tennis aggressivo si sposa alla perfezione con le condizioni di gioco.

L’ipotesi di una rimonta immediata, quindi, resta complicata ma non impossibile. Dipenderà non solo dalla continuità di Sinner, ma anche da eventuali scelte di programmazione di Alcaraz, che ha deciso di non difendere il titolo a Pechino, preferendo Tokyo nello stesso periodo. Questo dettaglio potrebbe riaprire parzialmente i giochi, regalando a Jannik un’occasione per rosicchiare punti. Realisticamente, sarà difficile rivedere l’azzurro in vetta prima del 2026. Ma se c’è un giocatore capace di sovvertire i pronostici, quello è proprio Sinner. La sua resilienza, unita al talento e al sostegno di un team che conosce i meccanismi del circuito, lo rendono ancora uno dei principali candidati a chiudere l’anno da protagonista. Per ora, la corona è passata a Alcaraz, ma il duello è appena all’inizio.






