Proprio lui è quello che è venuto a mancare creando un vuoto incolmabile. Dopo anni, la situazione è ancora questa.
Molti appassionati di Formula Uno sono convinti che sia la macchina a fare davvero la differenza in pista. Sicuramente avere un’auto come la McLaren di quest’anno o le Ferrari che correvano nel periodo d’oro della squadra è un vantaggio fondamentale per portare a casa il titolo Costruttori, ma per quello dei Piloti serve un uomo eccezionale, non basta un pilota qualunque.

La Formula Uno dal punto di vista quantitativo e qualitativo costituisce il picco del motorsport e anche gli ultimi della griglia sono driver di primo livello con una preparazione impressionante: in un ambiente simile, i piloti più forti sono quasi dei super uomini in grado di andare oltre i limiti della macchina, di impressionare i fans e, in casi estremi, di spostare l’ago della bilancia a favore di una squadra.
Ormai da anni, i tifosi di Ferrari vivono in un drammatico limbo riguardante Michael Schumacher, uno degli uomini di questo tipo nonché l’unico al mondo assieme ad Hamilton ad aver portato a casa ben sette titoli iridati, due con Benetton e gli altri cinque proprio con il team italiano. Il vuoto è incolmabile e molti non hanno ancora accettato davvero cosa è successo.
Non c’è nessun dopo Schumacher, è finita
Parlando con meccanici, ingegneri e piloti che hanno avuto l’onore di correre con Schumacher negli anni d’oro è evidente come il pilota tedesco avesse una marcia in più anche rispetto a piloti che pure costituivano l’élite del motorsport mondiale negli anni in cui gareggiava. A pensare che abbia lasciato in Ferrari un vuoto mai davvero colmato sono tanti esperti del settore.

Secondo un’intervista su La Repubblica di Alessandro Benetton, Presidente di Edizione, alla base di quasi tutti i problemi di Ferrari ad oggi c’è proprio il vuoto lasciato dal campione che nemmeno uomini eccezionali come Sebastian Vettel, Felipe Massa e, in tempi recenti, Lewis Hamilton sono stati capaci di colmare. Per questo Ferrari non ha più trovato la vittoria dopo Kimi Raikkonen.
“Era un vero leader. Faceva un pisolino prima della gara e pochi secondi dopo sfrecciava a trecento chilometri all’ora. Cosa manca a Ferrari per vincere? Cosa manca? Schumacher: un’energia contaminante, il catalizzatore di talenti diversi”, afferma Benetton. Possibile che da quando Ferrari è rimasta orfana del talento tedesco non ha mai trovato un rimpiazzo? Certo che si, d’altronde, di atleti come Schumacher ne nascono uno o due per millennio, non di più.






