Il finale di stagione per Sinner è più complesso che mai. Alcaraz si è mostrato un avversario ostico, ma ce n’è uno ancora più imbattibile.
La sconfitta nella finale degli US Open brucia ancora, ma Jannik Sinner non ha alcuna intenzione di fermarsi. Il tennista altoatesino ha perso la vetta del ranking mondiale a favore di Carlos Alcaraz, ma il calendario offre subito nuove opportunità per rilanciare la corsa verso il numero uno. La tournée asiatica, con tappe fondamentali tra Pechino e Shanghai, rappresenta la chance ideale per accumulare punti preziosi e mettere pressione al rivale spagnolo. Il margine non è incolmabile e, sebbene serva anche qualche passo falso di Alcaraz, la matematica lascia ancora aperta la porta a un clamoroso sorpasso prima della fine dell’anno solare.

Sinner lo sa, ed è per questo che ha deciso di prendersi solo pochi giorni di pausa per poi tornare ad allenarsi con grande concentrazione. Il sogno di chiudere il 2025 in cima al mondo resta vivo e palpabile, sostenuto dall’ambizione di un ragazzo che ha già dimostrato di saper rialzarsi dopo ogni caduta. In questa sfida infinita tra due talenti che stanno scrivendo una nuova epoca del tennis mondiale, però, c’è un dettaglio che va oltre i numeri e i tornei. Mentre Sinner lavora per riconquistare il primato, il suo avversario ha scelto di cercare sostegno in un’altra dimensione: quella della fede.
Alcaraz benedetto: così ha vinto la finale
Alla vigilia della finale degli US Open, Carlos Alcaraz ha chiesto un momento di raccoglimento spirituale. A rispondere alla chiamata è stato don Luigi Portarulo, sacerdote lucano di 38 anni, originario di Bernalda e da quasi tre anni in servizio presso la Cattedrale di Saint Patrick a New York.
L’incontro tra i due si è trasformato in un dialogo personale e profondo, culminato con una benedizione che, a posteriori, ha assunto un significato speciale dopo il trionfo in finale contro Sinner. Carlos è una bellissima persona. Un uomo molto semplice, educato, timido, religioso. Mi ha fatto piacere conoscerlo – ha raccontato don Portarulo, spiegando come il tennista spagnolo avesse espresso la gioia di poter affrontare proprio Sinner in finale: “Era entusiasmante e stimolante giocare contro di lui, lo ha detto con grande sincerità”.

Il sacerdote ha ricordato come l’incontro sia avvenuto quasi per caso, grazie all’intermediazione del direttore dell’hotel dell’Arcidiocesi dove alloggiava Alcaraz. Lì, il campione ha chiesto la benedizione, accogliendola con emozione e gratitudine: “Lui ha accolto con piacere ed è nata quest’azione spontanea, ripresa in un video che ormai ha fatto il giro del mondo”. La fede, del resto, è un elemento che accompagna da sempre la vita del murciano, cresciuto nell’esempio del nonno Manuel, devoto alla “Virgen del Rocío”.
Pellegrinaggi, momenti di preghiera e raccoglimento non mancano mai nella routine di un ragazzo che, pur essendo al vertice del tennis mondiale, non dimentica le proprie radici. Mentre Sinner prepara il rilancio sul campo, Alcaraz sembra affidarsi anche a un aiuto dall’alto. Una sfida che si gioca a colpi di racchetta, ma che porta con sé anche aspetti umani e spirituali che rendono ancora più speciale questa rivalità.






