La tragedia che ha strappato alla vita lo sciatore azzurro Matteo Franzoso continua anche dopo l’addio all’atleta: parole durissime.
La morte di Matteo Franzoso è un colpo durissimo per tutto il mondo dello sci. Dopo nemmeno un anno dalla tragedia di Matilde Lorenzi un nuovo incidente in pista, ancora una volta in allenamento, strappa alla vita un giovane sciatore con tutto un futuro davanti a sé. Il 26enne era in ritiro sulle nevi di La Parva, in Cile, assieme ad altri specialisti azzurri: Franzoso era giunto sulle Ande lo scorso 6 settembre per svolgere qualche settimana di preparazione in vista degli impegni stagionali.

Durante la discesa effettuata sabato scorso Matteo Franzoso ha perso il controllo degli sci: l’atleta azzurro, come riportato anche dal quotidiano ‘La Repubblica’, ha superato le reti di sicurezza ed è andato a infrangersi contro una staccionata che si trovava a circa sei o sette metri dal limite esterno del tracciato.
Il giovane sciatore ha riportato un trauma cranico con edema cerebrale: immediati i soccorsi e l’elitrasporto presso una clinica di Santiago, dove Franzoso è stato posto in coma farmacologico. Purtroppo tutti i tentativi dei medici di salvargli la vita si sono rivelati vani: un dolore terribile che ha travolto i suoi genitori, Marcello e Olga, e suo fratello Michele.
Tragedia nello sport: l’annuncio è drammatico
Paolo De Chiesa, ex campione azzurro di sci alpino e oggi commentatore tecnico per la Rai per le gare di Coppa del Mondo, ha voluto lanciare un messaggio molto chiaro a tutto il mondo dello sci. In un video pubblicato su Instagram l’ex sciatore ha detto chiaramente che è arrivato il momento di fare delle scelte per evitare che si ripetano tragedie come quelle di Matilde Lorenzi e Matteo Franzoso.

Nel video De Chiesa ha tenuto a ricordare che Matilde Lorenzi non è deceduta per una fatalità, come sostenuto nell’archiviazione del caso, “bensì per mancanza di parametri di sicurezza”. Le circostanze che hanno portato alla morte di Franzoso sono simili: lo sciatore azzurro è andato a “sbattere violentemente contro un palo di legno di una staccionata”.
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“In Coppa del Mondo queste cose non succedono, perché le piste sono super protette – tuona De Chiesa – Che differenza c’è tra la Coppa del Mondo e il resto dello sci, dove le velocità sono quelle? Allora o lo sci si ferma, fa tre passi indietro, se no di questo passo, insieme ai nostri ragazzi, morirà anche lo sci”.






