Il mondo dello sport si prepara a vivere un ritiro che ha sconvolto la città di New York. La mossa della società ha spiazzato tutti i fan.
Non tutte le carriere sono uguali. Alcune scorrono via silenziose, altre si trascinano con più ombre che luci, e poi ci sono quelle che lasciano un segno indelebile nella memoria collettiva di una città e dei suoi tifosi. Nel basket, forse più che in altri sport, l’identificazione tra atleta e franchigia può trasformarsi in qualcosa di epico, al punto che certi gesti, certi canestri, diventano patrimonio di un’intera comunità. New York, con il suo Madison Square Garden, è da sempre il palcoscenico privilegiato di queste storie. La Grande Mela, si sa, non si accontenta di comprimari: vuole protagonisti assoluti, capaci di prendersi la scena e di resistere alla pressione di un pubblico esigente come pochi altri al mondo.

Negli ultimi decenni non sono stati molti i giocatori in grado di incarnare questa figura, di diventare il volto della franchigia pur tra risultati di squadra non sempre all’altezza delle ambizioni. Chi ci è riuscito, lo ha fatto con classe, con talento, con la capacità di trasformare ogni partita in uno show da Broadway. Ed è per questo che oggi, all’interno della dirigenza dei New York Knicks, si respira l’aria di una celebrazione attesa da tempo. Non si parla di una semplice cerimonia, ma di un tributo che suggellerebbe in maniera definitiva il legame tra la città e il campione che più di altri ha rappresentato quell’epoca.
Carmelo Anthony e i Knicks: il ritiro della maglia si avvicina
Il nome, a questo punto, non può che essere quello di Carmelo Anthony, simbolo dei New York Knicks dal 2010 al 2017. Un periodo in cui il Garden è tornato a vibrare, grazie alle giocate di un realizzatore straordinario, capace di infiammare il pubblico con prestazioni memorabili. Secondo quanto riportato da Ian Begley, ci sarebbe forte ottimismo all’interno della franchigia sulla possibilità di ritirare ufficialmente la sua maglia. La decisione finale spetterà al proprietario James Dolan, ma le discussioni avvenute nelle ultime settimane sembrano aver consolidato questa ipotesi. Sarebbe un riconoscimento meritato per un giocatore che, pur non avendo portato i Knicks a un titolo NBA, ha incarnato lo spirito competitivo della città, tenendo alto il nome della squadra nei momenti più difficili.

Anthony non è stato solo un grande realizzatore – chiuderà la carriera NBA con oltre 28.000 punti segnati – ma anche un’icona culturale, un volto che ha unito generazioni di tifosi. Nel Garden si sono vissute notti leggendarie, come la gara da 62 punti contro gli Charlotte Bobcats, record personale e di franchigia. Momenti che ancora oggi vengono ricordati con emozione dai tifosi. Il ritiro della sua maglia, dunque, non rappresenterebbe solo un tributo al giocatore, ma un omaggio a un’intera epoca dei Knicks, fatta di alti e bassi, ma anche di orgoglio e passione.






