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Pogacar non ce l’ha fatta, così fa male: tristezza infinita

Le gesta di Tadej Pogacar sono paragonabili a quelle di Sinner nel tennis, due talenti diversi che però devono fare i conti, ogni tanto, con il destino.

Ai Mondiali di ciclismo 2025 di Kigali, il copione ha avuto un protagonista chiaro: Tadej Pogacar. Lo sloveno ha firmato una delle imprese più iconiche della sua carriera con una fuga solitaria di ben 66 chilometri, che lo ha portato a difendere con successo il titolo conquistato a Zurigo nel 2024. Un bis che lo inserisce nella ristretta cerchia dei fuoriclasse capaci di imporsi consecutivamente in linea: da Rik Van Steenbergen a Gianni Bugno, passando per Paolo Bettini e Julian Alaphilippe, fino allo stesso Peter Sagan, autore di una storica tripletta tra il 2016 e il 2018. Il dominio di Pogacar a Kigali ha un valore che va oltre la semplice medaglia d’oro. Con la doppietta Tour de France – Mondiale, realizzata per il secondo anno di fila, lo sloveno si colloca in un territorio inesplorato anche per mostri sacri come Eddy Merckx, che pure aveva siglato la combinazione, ma mai in due stagioni consecutive.

Pogacar
Pogacar non ce l’ha fatta, così fa male: tristezza infinita – Sportitalia.it (screen Youtube)

La sua cavalcata ha lasciato il gruppo annichilito e ha permesso a Pogacar di scrivere una nuova pagina di storia, non solo per la vittoria in sé ma anche per la modalità con cui è arrivata: un’impresa di resistenza, tattica e talento puro. E i record non finiscono qui. Pogacar è ora a un passo da un altro traguardo leggendario: vincere nello stesso anno tre Monumento e il Mondiale, proprio come Merckx nel 1971. Dopo essersi già imposto alla Liegi-Bastogne-Liegi e al Giro delle Fiandre, gli basterebbe conquistare o salire sul podio al prossimo Giro di Lombardia per scrivere un’altra pagina di ciclismo immortale. Con in bacheca anche il terzo posto alla Milano-Sanremo e il secondo posto alla Parigi-Roubaix, la stagione dello sloveno è già entrata nel mito. Mito che però non riesce a scrollarsi di dosso un tabù ormai granitico…

Evenepoel e Pogacar, il tabù che resiste: mai fatto doppietta linea-crono

Se Pogacar ha vissuto un trionfo, Remco Evenepoel ha dovuto fare i conti con la sfortuna. Il belga, rallentato da un problema meccanico, ha comunque strappato un argento pesantissimo, che si aggiunge a una collezione iridata impressionante: otto medaglie complessive tra prove in linea e cronometro, a soli 25 anni. Un bottino che già gli permette di superare giganti come Alejandro Valverde, Tony Martin e Fabian Cancellara, fermi a sette podi mondiali. La sua capacità di rimanere competitivo in entrambe le specialità lo rende unico, insieme a precedenti illustri come Miguel Indurain e Abraham Olano. Eppure, un tabù resiste: nessuno, nemmeno Evenepoel o Pogacar, è mai riuscito a vincere nello stesso anno sia la prova in linea che quella a cronometro. Entrambi ci sono andati vicini – Pogacar con il dominio in linea e Evenepoel re della crono – ma la doppietta resta un’impresa impossibile. È un primato che continua a sfuggire, nonostante i due rappresentino la generazione più forte e completa che il ciclismo abbia visto negli ultimi decenni.

Tadej Pogacar
Evenepoel e Pogacar, il tabù che resiste: mai fatto doppietta linea-crono – Sportitalia.it (screen Youtube)

Il dato paradossale è che, pur collezionando record su record, i due fenomeni si ritrovano accomunati proprio da questa lacuna. Pogacar può vantare la doppietta Tour-Mondiale, Evenepoel l’egemonia nelle cronometro, ma nessuno dei due è riuscito a portare a casa entrambe le prove nella stessa rassegna. Forse non è solo una questione di talento, ma anche di gestione dello sforzo e di calendario, con un Mondiale che ormai si corre spesso su percorsi estremi e selettivi. Il prossimo obiettivo, per entrambi, sarà proprio provare a sfatare questo mito. Perché se Pogacar è già un fuoriclasse capace di riscrivere la storia e Evenepoel un campione che ha davanti a sé ancora tanti anni di dominio, solo la vittoria “doppia” potrà consacrarli come i primi veri campioni universali del ciclismo moderno.

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