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Minaccia a Pogacar, dice basta con il ciclismo: annuncio sconvolgente

Tadej Pogacar continua a dominare il ciclismo mondiale, intanto arriva una vera e propria minaccia per lui.

Il nome di Tadej Pogacar, ormai, è sinonimo di classe, potenza e continuità. A soli ventisei anni, lo sloveno ha già riscritto la storia recente del ciclismo con una naturalezza che lascia spesso senza parole.

Van der Poel minaccia Pogacar
Minaccia a Pogacar, tifosi increduli (Foto IG @tadejpogacar – sportitalia.it)

Le sue imprese al Tour de France, al Giro d’Italia e nelle classiche monumento hanno tracciato un solco profondo, rendendo ogni sua gara un evento atteso e, per molti avversari, un incubo sportivo.

Ecco chi minaccia Pogacar

Pogacar sembra non conoscere limiti: attacca quando tutti si aspettano che gestisca, sorride quando gli altri arrancano. È il volto di una generazione che corre forte, ma con lui davanti, la sfida si fa quasi impossibile.

Eppure, dietro la sua grandezza, c’è anche chi comincia a sentire il peso di questa presenza ingombrante. La stagione ciclistica sta ormai volgendo al termine, le grandi corse si avviano alla chiusura, ma per qualcuno i titoli di coda sono già arrivati. Non si parla di Pogacar, naturalmente — lui la bici non ha nessuna intenzione di metterla in garage — ma di uno dei suoi principali rivali: Mathieu Van der Poel.

Il campione olandese dell’Alpecin-Deceuninck, intercettato dai microfoni del quotidiano Het Laatste Nieuws, ha sorpreso tutti con dichiarazioni che suonano come un vero campanello d’allarme. “Ho fatto un giro lunedì, ma probabilmente la bici resterà ferma in garage per un bel po’,” ha confessato. “Sento di avere bisogno di riposo.” Parole semplici, ma pesanti. Non tanto per il contenuto, quanto per ciò che rivelano: la stanchezza non è solo fisica, ma anche mentale.

Van Der Poel su Pogacar
Mathieu Van Der Poel stagione finita e la minaccia di battere Pogacar (Foto IG @lt3_photographer – sportitalia.it)

Van der Poel ha poi parlato proprio di Pogacar, riconoscendo senza mezzi termini la sua straordinarietà. “È davvero impressionante, e sembra che gli riesca tutto così facilmente,” ha detto. “L’ho detto più volte: paragonarlo a Merckx forse non è corretto, perché lui si chiama Pogacar. Ma per noi corridori è come vivere di nuovo i tempi di Eddy Merckx. Sul suo terreno, Pogacar fa quello che vuole.”

Nonostante la frustrazione, però, l’olandese ha voluto lanciare un messaggio di sfida: “Tornerò a batterlo, ma ora ho bisogno di staccare. Di riposo, e soprattutto di ritrovare il piacere di salire in sella.” Parole che raccontano quanto sia dura, oggi, convivere con un campione totale come Pogacar, capace di condizionare la psicologia dei rivali ancora prima del via.

Il gesto di Van der Poel — lasciare la bici in garage — è simbolico. È la pausa di un grande atleta che ha dato tutto, ma anche la prova di quanto profonda sia la traccia lasciata dallo sloveno nel mondo del ciclismo. Pogacar, invece, continua a correre, ad allenarsi, a vincere. Non conosce sosta né cali di motivazione. E, senza ombra di dubbio, la sua ombra si allunga sempre di più su chi, come Van der Poel, sa che per batterlo servirà molto più di una buona gamba: servirà riscoprire la voglia di sfidare un dominatore assoluto che, per ora, la bici non ha alcuna intenzione di metterla via.

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