I fan di Jannik Sinner non si aspettavano proprio che si potesse arrivare fino a questo punto: l’ATP spalle al muro.
Sinner non può vivere qualche momento di tranquillità nemmeno durante un torneo di esibizione come il Six Kings Slam. Proprio durante l’evento di Riad, dove lo scorso anno ha trionfato battendo in finale Carlos Alcaraz e portandosi così a casa la bellezza di 6 milioni di euro, sono arrivate nuove accuse all’indirizzo del numero 2 al mondo.

Il motivo è sempre lo stesso, ovvero la vicenda Clostebol che ha tormentato Jannik per circa un anno e che si è conclusa all’inizio del 2025 con la squalifica di tre mesi inflitta al campione italiano in seguito al patteggiamento deciso con la WADA. Proprio l’Agenzia Mondiale Antidoping ha chiarito che quello di Sinner non è stato un caso di doping: Jannik è stato squalificato solo per negligenza dopo aver accertato che la quantità infinitesimale di Clostebol trovata nel corpo dell’atleta è stata causata da una disattenzione del suo fisioterapista (che lo ha massaggiato a mani nude dopo essersi curato una ferita alla mano con una crema contenente la sostanza proibita).
Eppure, nonostante tutti i chiarimenti del caso, Nick Kyrgios continua a sparare a zero su Jannik Sinner. Il tennista australiano, fin dall’inizio del caso Clostebol tra i principali accusatori del campione azzurro, ha preso di mira l’Association of Tennis Professionals: per Kyrgios, infatti, l’ATP non avrebbe fatto altro che proteggere l’altoatesino.
Sinner, Kyrgios di nuovo all’attacco: la replica è durissima
“Era il N.1 del mondo, non c’è dubbio sia un giocatore incredibile che sarà il trascinatore di questo sport per i prossimi 10-15 anni insieme con Alcaraz – ha detto Kyrgios – Hanno chiaramente cercato di proteggerlo. E poi, il Ceo e tutte le persone più importanti dell’Atp sono italiani. Tutta questa storia per me è una str****ta. Spero solo che abbia imparato la lezione”.

L’ennesimo attacco dell’australiano ha scatenato la replica molto dura del Corriere dello Sport. Il noto quotidiano sportivo romano chiede infatti che l’ATP intervenga in maniera molto netta per mettere fine ai continui veleni di Kyrgios. Sempre il Corriere dello Sport ha ricordato che il presidente dell’ATP è ormai da quasi sei anni l’ex tennista italiano Andrea Gaudenzi: per i colleghi del Corriere l’ATP dovrebbe quindi prendere posizione ed eventualmente infliggere anche una squalifica a Kyrgios come già accaduto in passato.
Nel 2016 venne infatti squalificato per otto settimane per condotta contraria all’integrità del gioco per essersi mostrato insolente nei confronti del pubblico durante un match contro Misa Zverev. Anche tre anni più tardi l’ATP lo ha sospeso per 16 settimane dopo aver insultato l’arbitro nel match contro Karen Khachanov. Nel corso della sua carriera è stato poi frequentemente multato dall’ATP per i suoi comportamenti sopra le righe.






