Questo mese è stato segnato dalle polemiche per il forfait in Coppa Davis annunciato da Sinner. Berrettini però lo ha preso di mira per un altro motivo.
Le polemiche non si placano. La decisione di Jannik Sinner di rinunciare alla Coppa Davis continua a tenere banco nel dibattito sportivo italiano, dividendo tifosi, addetti ai lavori e persino figure istituzionali. Il numero 2 del mondo, reduce da un periodo di forma straordinario culminato con il trionfo a Vienna, ha scelto di non rispondere alla convocazione del capitano Filippo Volandri, scatenando un’ondata di reazioni contrastanti. C’è chi, come Nicola Pietrangeli, ha parlato apertamente di “mancanza di rispetto verso il Paese”, definendo la scelta “una sberla allo sport italiano”. Il Codacons è arrivato a chiedere la revoca delle onorificenze conferite a Sinner, tra cui il “Collare d’Oro”, accusandolo di aver anteposto gli interessi personali al senso di appartenenza nazionale. Altri, invece, hanno preso le difese dell’altoatesino. L’allenatore Patrick Mouratoglou ha ricordato che “i giocatori non sono macchine”, invitando a comprendere le ragioni di chi, dopo una stagione estenuante, sceglie di preservare il proprio fisico e la propria carriera.

La rinuncia alla Davis, infatti, non nasce da disinteresse verso la maglia azzurra, ma da una pianificazione precisa: Sinner ha preferito dedicarsi al finale di stagione, con l’obiettivo di scalare ulteriormente il ranking ATP e arrivare al meglio alle ATP Finals di Torino. Il contesto, però, non ha aiutato. L’assenza del campione italiano in un evento organizzato in patria ha amplificato la delusione di molti tifosi, mentre la sua partecipazione al Six Kings Slam in Arabia Saudita – torneo d’esibizione con un montepremi da sei milioni di dollari – è stata interpretata da alcuni come una scelta di convenienza. A riaccendere i riflettori sul caso ci ha pensato anche Maurizio Crozza, che nel suo show ha ironizzato su Sinner, paragonando la Davis a “una manifestazione di beneficenza” rispetto ai ricchi tornei espositivi. Nonostante il clamore, Sinner ha mantenuto un profilo basso: “Accetto le critiche, ma devo fare ciò che ritengo giusto per la mia carriera”, ha spiegato in una recente intervista. Un messaggio di chiarezza e maturità, che tuttavia non è bastato a spegnere completamente le polemiche.
Berrettini e Sinner, risate dietro le quinte: “Sei fortunato a non puzzare!”
A dispetto del rumore mediatico, il clima tra i giocatori italiani resta sereno e complice. Lo dimostra il divertente siparietto tra Matteo Berrettini e Jannik Sinner, diventato virale alla vigilia della finale dell’Erste Bank Open di Vienna. Il romano, in veste di intervistatore improvvisato, ha intercettato l’amico nei corridoi del torneo per una chiacchierata leggera e piena di ironia. Stai veramente bene, Jannik – esordisce Berrettini. “Hai visto? Con i capelli scompigliati come sempre”, risponde Sinner con il suo consueto sorriso timido. L’ex finalista di Wimbledon incalza: “Ma cosa usi per tenerli così? Dicci i tuoi segreti!”. “Niente, a volte neanche lo shampoo”, replica l’altoatesino, divertito. “Li lavi o non li lavi?”, continua Matteo. “Dipende…”, scherza Jannik, fino alla battuta finale del collega: “Sei fortunato a non puzzare!”.

Una scena semplice ma significativa, che mostra quanto l’atmosfera nel gruppo azzurro resti distesa nonostante le polemiche. Berrettini e Sinner, oltre a condividere la maglia della nazionale, sono legati da un rapporto di reciproca stima e affetto. Il video, condiviso sui social, ha totalizzato migliaia di visualizzazioni e riportato un po’ di leggerezza in un momento in cui il nome di Sinner è stato associato a tensioni e accuse. In un tennis italiano spesso diviso tra aspettative e polemiche, il sorriso dei due campioni è forse l’immagine più autentica: quella di un gruppo unito, dove la rivalità sportiva lascia spazio all’amicizia e alla complicità. Anche questo, in fondo, è un segno di maturità.






