Il lutto ha travolto il mondo dello sport. Un uomo di campo, un grande campione e un mentore per molti giovani: era considerato il re del tennis.
Ci sono figure che restano impresse nella memoria collettiva non solo per i successi sportivi, ma per ciò che hanno rappresentato per un’intera comunità. Persone che hanno fatto dello sport una scuola di vita, un linguaggio universale di eleganza, dedizione e rispetto. Nelle ultime ore, il mondo dello sport ha perso uno di quei riferimenti che hanno attraversato generazioni, lasciando un segno indelebile non soltanto sui campi da tennis ma nel cuore di chi lo ha conosciuto.

Chi lo ha visto giocare ricorda ancora l’eleganza dei suoi gesti, il rovescio fluido, la capacità di leggere il gioco come pochi altri. Chi invece lo ha conosciuto in età più recente ne ha scoperto la gentilezza, l’ironia e la passione contagiosa con cui sapeva avvicinare i più giovani alla racchetta. Amava insegnare, amava osservare i ragazzi crescere, e quando non poteva più scendere in campo, continuava a vivere il tennis come parte della sua quotidianità. Piombino gli deve molto: per decenni è stato un punto di riferimento, un esempio di stile e di sportività. E oggi, mentre la città lo ricorda, è come se un pezzo di storia sportiva si fosse spento per sempre.
Addio ad Angelo Carminati, pilastro del tennis piombinese
È morto all’età di 96 anni Angelo Carminati, per tutti il “re del tennis” a Piombino. Si è spento nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, lasciando un vuoto profondo nella comunità sportiva della città. Impiegato alle acciaierie, Carminati aveva imparato a giocare da autodidatta, come accadeva un tempo, e in poco tempo era diventato un talento naturale: elegante, potente, capace di giocare d’attacco in un’epoca dominata dai cosiddetti “pallettari”. Negli anni Sessanta e Settanta aveva vinto numerosi tornei in tutta la Toscana, imponendosi come il più forte tennista piombinese del suo tempo. Ma la sua grandezza andava oltre i trofei: Carminati è stato un maestro, un educatore, un uomo capace di trasmettere la passione per lo sport con umiltà e generosità. Era il volto del circolo delle Acciaierie, dove per anni ha insegnato ai giovani come colpire la pallina e come stare in campo, con il sorriso e il rispetto per l’avversario.

A ricordarlo con commozione è Cristiano Lozito, presidente del circolo Atp Piombino: “In un mondo di pallettari lui giocava di potenza e d’attacco, così da essere dominante sia in singolo che in doppio. E senza egoismo ha saputo trasmettere la sua passione a figli, nipoti e a intere generazioni, compresa la mia”. La camera ardente è stata allestita al cimitero cittadino, dove tantissimi hanno voluto rendergli omaggio. Lunedì 27 ottobre la salma sarà trasferita a Livorno per la cremazione. Con Angelo Carminati se ne va non solo un grande sportivo, ma anche un simbolo di eleganza e umanità: un uomo che ha insegnato a Piombino che il tennis, prima ancora di essere un gioco, è un atto d’amore.






