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Valentino Rossi, il dottore ci va pesante: “E’ il più pericoloso di tutti”

Una confessione sorprendente scuote la MotoGP: il dottore lo definisce “il più pericoloso” ma è un mito assoluto delle due ruote.

Nelle ultime ore, il mondo della MotoGP è scosso da parole che hanno fatto il giro del paddock e acceso il dibattito tra tifosi e addetti ai lavori. Un’intervista intensa, sincera e in alcuni passaggi anche molto personale, ha riportato alla ribalta una figura storica del motociclismo.

Il Dottore Valentino Rossi
Valentino Rossi nelle parole del dottre Costa (Foto IG @gsradio – sportitalia.it)

Il Dottor Claudio Costa, il medico che per decenni ha rappresentato la leggenda vivente della Clinica Mobile e che ha accompagnato da vicino la carriera di campioni come Valentino Rossi.

Per il dottore è il più pericoloso

Il Dottore della MotoGP, come veniva chiamato per la sua dedizione e il suo rapporto quasi mistico con i piloti, è tornato a parlare dopo un lungo silenzio, e lo ha fatto toccando temi delicati, tra cui il suo legame con Valentino Rossi. Parole che non sono passate inosservate, perché raccontano un lato umano di una delle relazioni più emblematiche del motociclismo moderno.

Costa, con il tono di chi ha vissuto una vita intera tra rischi, adrenalina e ferite da ricucire, ha ricordato il momento in cui il suo rapporto con Rossi cominciò a incrinarsi. “Il rapporto si incrina anche per una questione molto umana – ha raccontato – ci stavamo preparando al Mugello, qualcuno fece presente che esistevano anche dei metodi diversi da quelli con i quali io curavo i piloti. Io feci l’errore di prendermela, non sono riuscito a curarlo con il sistema Dottor Costa – Clinica Mobile. Il giorno dopo si ruppe la gamba, andammo in ospedale e facemmo un intervento giustissimo. Però da allora non c’era più quell’unione mistica pilota-paziente che c’era. Ci siamo visti, ci siamo abbracciati, però non ero più io il medico ufficiale di Valentino.”

Costa il dottore di Valentino Rossi
L’intervista al Dottor Costa (Foto IG @memasgp
– sportitalia.it)

Parole che lasciano un velo di malinconia, ma anche di grande onestà. Costa, da sempre abituato a raccontare la verità senza filtri, ha ammesso di aver vissuto quel distacco come una ferita profonda, più emotiva che professionale. E nonostante il rispetto reciproco, è evidente che quell’alchimia unica, quella fiducia cieca tra il pilota e il suo medico, non è mai tornata come prima.

Però, nella stessa intervista, il Dottor Costa ha anche toccato un altro tema che ha fatto discutere: la sicurezza in pista. E qui è arrivata la frase che ha acceso il dibattito tra appassionati e tecnici. Quando gli è stato chiesto quale sia, secondo lui, il circuito più pericoloso al mondo, la risposta è arrivata secca, quasi senza esitazioni: “Il Tourist Trophy sicuramente, bello, meraviglia, mito. Una delle cose più difficili e pericolose del mondo.”

Una definizione che molti hanno condiviso, perché il leggendario tracciato dell’Isola di Man, con le sue strade strette e i suoi muretti a pochi centimetri dai piloti, rappresenta l’essenza del rischio puro, l’altra faccia del fascino delle corse. E quando a dirlo è uno come Costa, che ha visto da vicino generazioni di centauri spingersi oltre il limite, quelle parole pesano come macigni.

Senza ombra di dubbio, le sue riflessioni hanno riacceso un sentimento di nostalgia ma anche di rispetto per una MotoGP che cambia, si evolve, ma resta sempre profondamente legata ai suoi uomini simbolo. E il Dottor Costa, ancora una volta, ha dimostrato di essere non solo un medico straordinario, ma anche un testimone prezioso dell’anima più vera e pericolosa del motociclismo.

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