Un annuncio su Pogacar, inaspettato, ha travolto il mondo del ciclismo, lasciando tifosi e addetti ai lavori senza parole.
Tadej Pogacar, infatti, è da tempo considerato non solo uno dei talenti più cristallini della sua generazione, ma anche un atleta capace di segnare un’epoca grazie alla sua disarmante facilità nel vincere tappe, corse a tappe e classiche.

Ogni campione porta con sé anche un carico di polemiche e paragoni che, a volte, possono diventare tanto pesanti quanto le montagne che affronta in gara. Ed è proprio uno di questi confronti a far tremare ora l’intero ambiente del ciclismo professionistico, perché a parlare è stato un nome che ha scritto pagine fondamentali di questo sport.
Pogacar: arriva l’annuncio che sconvolge tutti
Roger De Vlaeminck, leggenda belga e icona delle classiche del Nord, è esploso ai microfoni di Het Laatste Nieuws con una durezza che ha scioccato chiunque segua anche distrattamente il ciclismo. In un’intervista dedicata ai momenti più intensi della sua carriera, l’ex corridore ha improvvisamente virato su Pogacar, dando vita a un attacco frontale che ha immediatamente infiammato il dibattito. Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni, perché la furia con cui si è scagliato contro il campione sloveno ha spiazzato persino i giornalisti presenti.
Secondo De Vlaeminck, Pogacar non regge nemmeno il paragone con Eddy Merckx, e anzi non arriverebbe neanche alla sua caviglia. Una dichiarazione che per molti suona quasi come un’eresia sportiva, visto che Pogacar viene regolarmente accostato al “Cannibale” per dominio, completezza e continuità. Il belga, però, ha rilanciato sostenendo che chiunque osi paragonare i due non capirebbe nulla di ciclismo, arrivando addirittura a dire che se oggi avesse 22 anni e corresse nel gruppo con Pogacar non verrebbe mai staccato. Parole durissime, pronunciate con una sicurezza che ha lasciato interdetti anche i più attenti osservatori del mondo delle due ruote.

Non è finita qui, perché De Vlaeminck ha insistito sul concetto definendo Pogacar un atleta sopravvalutato, poco efficace sia nello sprint sia nelle prove a cronometro. Un giudizio che stride completamente con i risultati ottenuti in questi anni dallo sloveno, capace di dominare corse di ogni tipo grazie a una combinazione di resistenza, esplosività e talento puro che raramente si era vista nella storia recente. Il ciclismo, però, è anche questo: opinioni forti, confronti generazionali e una naturale tendenza a proteggere i miti del passato.
Il commento dell’ex campione ha inevitabilmente diviso pubblico e addetti ai lavori. Da una parte c’è chi vede nelle sue parole un’inevitabile espressione dell’orgoglio di un’epoca irripetibile, dall’altra chi le considera un attacco gratuito nei confronti di un corridore che, senza alcun dubbio, sta riscrivendo il modo di interpretare questo sport. Pogacar, come sempre, resta lontano dalle polemiche, preferendo rispondere sulla strada, lì dove le parole si trasformano in watt, coraggio e vittorie. E mentre il ciclismo continua a interrogarsi su paragoni forse impossibili, una cosa resta certa: quando un campione divide così tanto, significa che il suo impatto è già entrato nella storia.






