L’Italia ha vinto la Coppa Davis però dietro il trionfo azzurro sta per arrivare una decisione clamorosa che potrebbe cambiare tutto.
La vittoria è arrivata senza la minima ombra di dubbio, con una naturalezza che pochi si aspettavano, soprattutto perché agli azzurri mancavano i loro due tennisti migliori, Sinner e Musetti. La Spagna, dal canto suo, si presentava senza Alcaraz e così questa finale è diventata quasi una partita tra seconde linee che però hanno messo in campo un’intensità sorprendente. L’Italia ha avuto la meglio con merito.

Infatti la squadra ha mostrato compattezza, coraggio e una serenità che da tempo caratterizza questo gruppo. Eppure nel giorno della festa si è iniziato a parlare di un’altra vicenda che sta facendo rumore e che, a quanto pare, potrebbe segnare un punto di svolta nella storia della competizione. Una decisione clamorosa che potrebbe cambiare tutto, i tifosi seguono con attenzione e sgomento. Basta ascoltare le voci che circolano nell’ambiente tennistico per capire che qualcosa bolle in pentola.
Coppa Davis, tutto da rifare
Le discussioni non nascono certo da oggi, perché il nuovo format della Coppa Davis, introdotto nel 2019, è finito sotto la lente di analisi da parte di esperti, appassionati ed ex giocatori fin dal primo momento. Il cambiamento avrebbe dovuto modernizzare la manifestazione, renderla più snella, più televisiva e forse più gestibile dai tennisti, però la percezione generale è che la Coppa abbia perso pezzi importanti della sua anima.
Di recente, durante l’ultima edizione del podcast ‘Nothing Major’, gli ex tennisti americani Steve Johnson e Sam Querrey hanno affondato il colpo senza pietà. Johnson non ha usato mezzi termini dicendo una frase che ha fatto il giro del mondo: “Penso che l’attuale format sia orribile, fa davvero schifo”. Un commento che ha lasciato poco spazio alle interpretazioni. Ha spiegato che ai suoi tempi la Davis era un’occasione unica perché permetteva ai giocatori di vivere un’esperienza collettiva in uno sport che, quasi sempre, li obbliga a stare da soli. Oggi, a suo dire, tutto questo si è perso, trascinato via da un format che ha tolto l’atmosfera magica delle sfide casa-trasferta, cuore pulsante della vecchia Coppa Davis.

Johnson ha aggiunto che le fasi finali disputate in campo neutro hanno cancellato parte dell’identità della competizione. Ha proposto di riportare la formula originale, magari organizzando la Davis ogni due o tre anni invece che ogni stagione, proprio per darle più valore e non trasformarla in un evento quasi usa e getta. Querrey ha confermato ogni parola, infatti, ha ribadito che la maggior parte dei tennisti attuali la pensa allo stesso modo, anche se non sempre lo dice apertamente.
Alla luce di queste dichiarazioni e di quel che si legge ormai ovunque, sembra chiaro che il nuovo format faccia acqua da tutte le parti. È qui che entra in gioco quella decisione clamorosa che molti si aspettano e che potrebbe riscrivere il futuro della Coppa Davis. Il mondo del tennis sta spingendo per un cambiamento forte, magari un ritorno alla tradizione che aveva reso questa competizione un appuntamento unico e amatissimo. L’Italia nel frattempo festeggia, però il dibattito è ormai aperto e non è difficile immaginare che qualcosa, presto o tardi, dovrà cambiare per ridare alla Davis quel sapore romantico e potente che aveva un tempo.






